A Mele il patrimonio è di tutti e per tutti. Grazie ai confratelli dell’Oratorio di Sant’Antonio Abate

Genova, 06/06/2018.

Prendersi cura delle cose belle nel nostro paese potrebbe trasformarsi in un mestiere praticamente per ogni cittadina/o. Il patrimonio che il nostro paese custodisce è notoriamente tra i più ricchi e variegati ancora esistenti, si tratti di opere d'arte o d'architettura, di parchi o siti culturali, naturali, marini o archeologici, orti botanici, centri storici, foreste primordiali, dimore storiche e coste, promontori ed è proprio il caso di dire eccettera eccetera. La lista è davvero molto lunga e articolata, la curatela però non è altrettanto pervasiva e molti beni sono lasciati al loro destino, in qualche caso alla buona volontà di figure non professionali, alla curiosità di turisti e visitatori o semplicemente al degrado. Come al solito però ci sono anche tanti percorsi che hanno invertito la tendenza all'abbandono e avviato da tempo progetti e iniziative perché anche in Italia le cose belle restino un valore per tutti e di tutti, citiamo per esempio le giornate FAI di primavera ma segnaliamo in particolare una nuovissima impresa che nasce proprio da una precisa comunità.

Si tratta di un interessante progetto partecipato che vede protagonista il piccolo centro ligure di Mele (GE), nella vallata alle spalle di Voltri, avviatosi in un percorso virtuoso che ha portato a una prima parte di restauro dell’Oratorio di Sant’Antonio Abate. Edificato nel 1634 per sostituire un primo esemplare ormai in decadenza, questo edificio e i suoi tesori sono oggi inclusi tra i dieci beni artistici liguri selezionati per il progetto Bellezza@ - Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati, (promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri).

Come nel diciassettesimo secolo questo bene gode ancora oggi dell'attenzione della Confraternita Sant’Antonio Abate la stessa che nel seicento si adoperò per la ricostruzione e che è anima del restauro e del mantenimento della sua funzione originaria. Ma chi sono i confratelli? Sono i cittadini di Mele (160 su una popolazione di circa 2.700 abitanti), ovvero laici che si riconoscono in un’unione spirituale ed esprimono sensibilità civile verso la comunità di cui fanno parte, dedicandosi nononstante gli impegni professionali individuali alla vita dell’Oratorio e alla sua conservazione. Il risultato è che tutto il paese viene coinvolto- grandi e piccini - a partire da questo esemplare artistico.

Siccome un primo lotto dei lavori di restauro è stato completato, martedì 12 giugno, alle ore 16.30, nell’Aula Benvenuto del Dipartimento Architettura e Design dell’Università di Genova (Stradone Sant’Agostino 37), si terrà una presentazione che oltre al restauro degli stucchi, eseguiti nella seconda metà del XVIII secolo da Rocco Cantoni, racconterà del più ampio progetto di valorizzazione dell’Oratorio di Sant’Antonio Abate a Mele. L’ingresso è libero. (L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Genova riconosce due crediti formativi ai partecipanti iscritti).

Quali altri tesori sono custoditi nell'Oratorio? Importanti opere settecentesche, tra cui una cassa processionale capolavoro di Anton Maria Maragliano, 12 tele di Carlo Giuseppe Ratti e gli stucchi di Rocco Cantoni. Tutto questo vuole continuare ad essere conservato ma anche ad essere animato perché altre persone possano conoscerne la storia, il valore antropologico e culturale che questo edificio ha esercitato nel tempo e quanto ancora oggi la sua presenza determini il quotidiano di chi vi abita. Per questo è stato approntato un progetto specifico che attraverso strumenti di valorizzazione semplici e diretti come app e sensori beacon (per i più tecnologici), ma anche le più tradizionali schede cartacee e visite didattiche immagina di coinvolgere i visitatori in percorsi illustrati e arrichiti di notizie storico-artistiche di facile accesso e lettura. 

Il progetto nel suo complesso è stato realizzato grazie al contributo della Compagnia di San Paolo come maggior sostenitore, della Confraternita Sant’Antonio Abate e del Comune di Mele. La valorizzazione dell’Oratorio è stata diretta da Rita Vecchiattini, ricercatrice di Restauro del Dipartimento di Architettura e Design (DAD) ed eseguita in collaborazione con Carlo Battini, ricercatore di Disegno del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale (DICCA) dell’Università di Genova. Il restauro, diretto dall’architetto Giulia Rosatto, è stato eseguito da Maria Luisa Carlini, titolare insieme a Stefano Meriana della società Co.Art di Genova (restauratrice anche del Teatro di Villa Duchessa di Galliera), con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona, e in collaborazione con l’Università di Genova.

«Non posso che essere soddisfatto di questo risultato – dichiara Mirco Ferrando, sindaco di Mele  – perché si cominciano a vedere i risultati di un impegno sull’Oratorio iniziato molto tempo fa. La conclusione della prima fase fa ben sperare sul seguito dell’operazione di restauro e valorizzazione. L’intervento è stato approvato lo scorso dicembre (2017, ndr) e prevede uno stanziamento di 450 mila euro. Mi auguro che il futuro governo lo confermi e lo renda operativo, permettendo la conservazione e lo sviluppo di un bene artistico e culturale di cui può fruire la collettività di residenti e turisti».

Non resta che programmare una visita sulle alture per conoscere meglio Mele questa sua vivace comunità di confratelli e, ovviamente, l'Oratorio con tutti i suoi tesori e trascorsi storici.

Di Laura Santini

Argomenti trattati

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Genova e dintorni, iscriviti gratis alla newsletter