Genova, 18/04/2018.
Ancora tempo di Traviata al Teatro Carlo Felice di Genova. Ma... «questa versione sarà completamente diversa, senza dubbio originale». Daniel Smith, direttore principale ospite del Carlo Felice, lo ripete più volte, per mettere in guardia chi pensa alla versione 2018 del melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi come una fotocopia della versione del 2017, andata in scena proprio sullo stesso palco.
Non è così. Ci saranno molti cambiamenti e a volerli è stato lo stesso maestro australiano Daniel Smith. Sarà sua infatti la bacchetta che dirigerà l'orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova per la nuova versione della Traviata, con la regia di Giorgio Gallione, nelle giornate da mercoledì 2 a domenica 6 maggio. L'appuntamento è alle ore 20.30 nelle serate di mercoledì, giovedì e venerdì, e alle 15.30 sabato e domenica. Le scene e i costumi sono firmati da Guido Fiorato, le luci di Luciano Novelli sono riprese da Angelo Pittaluga e le coreografie sono di Giovanni Di Cicco.
La Traviata nasce dal bisogno verdiano di mettere in scena situazioni e sentimenti veri, al di là del bene e del male. Al centro della vicenda è un personaggio che la società accetta solo in un ruolo marginale e definito: una prostituta. Il vero scandalo dell’opera, coperta di fischi alla prima veneziana del 1853, non è però la professione di Violetta, ma il fatto che una prostituta possegga più umanità ed etica dei personaggi perbene che la circondano, la corteggiano, la ammirano e al tempo stesso la rifiutano. Violetta è in realtà l’unica figura positiva della storia: non ne esce bene il suo amato Alfredo, impulsivo, infantile, orgoglioso e persino vendicativo e aggressivo, e ancora meno il padre di lui, Giorgio Germont, esempio di moralismo velato da complessi di colpa.
Apportare cambiamenti ad un'opera come La Traviata non è cosa facile. Ne è convinto anche il sovrintendente del Carlo Felice Maurizio Roi, che prende in prestito dalla cucina alcuni concetti: «Dicono i grandi cuochi che in cucina non è tanto difficile creare il piatto elaborato quanto preparare due uova fritte. In questo caso, La Traviata è l'uovo al tegamino della lirica. Ne abbiamo voluto proporre una versione diversa e che fosse comparata con La Rondine di Puccini: l'impianto scenografico sarà infatti lo stesso che si è visto nella rappresentazione dell'opera pucciniana. A parte questo, la versione 2018 della Traviata sarà diversa, dal punto di vista registico e musicale, più scarnificata ed essenziale, più pulita».
Dunque che cosa cambierà? Per la parte musicale ecco la risposta di Daniel Smith: «Spesso il rapporto tra regista e direttore d'orchestra presenta qualche conflitto: non è questo il caso. Con Giorgio Gallione eravamo d'accordo sul dare al pubblico una versione di Traviata che fosse più vicina possibile a quella che avrebbe voluto Verdi, così abbiamo studiato insieme la versione originale dell'opera. Abbiamo notato tanti cambiamenti: nei tempi musicali, soprattutto nel Preludio. Inoltre nella versione originale non sempre si avverte la presenza del coro; il risultato sarà una versione più potente, più originale, a tratti persino più aggressiva».
Il ritorno della Traviata porterà a Genova anche una serie di eventi e incontri:
Di Fabio Liguori