5 film ambientati a Genova da vedere, da De André a Cosimo e Nicole

Genova, 27/01/2018.

In questi giorni il binomio Genova e cinema è sulla bocca di tutti a causa, e per merito, dell’uscita in anteprima del film Fabrizio De André. Il Principe libero, il titolo che ha riempito le sale e dimostrato che i grandi amori non finisco, o almeno non finisce quello della città per il suo immortale cantautore.

A fare da sfondo alle sequenze della vita del grande Faber, naturalmente c’è Genova, con le sue perenni contraddizioni fatte di mare e di monti, di salite e di discese, di grigiori e di colori, di viali e vicoli, di traffico e di pace. Una città unica, la cui presenza sul “grande schermo” non è certo una novità, ma è comunque un’occasione da celebrare.

In attesa di sapere quale sarà il prossimo film con la nostra città preferita come protagonista, vi lasciamo da recuperare i titoli di 5 film ambientati a Genova.

Che tempi! - 1948

In questa commedia romantica per la regia di Giorgio Bianchi, il grande comico genovese Gilberto Govi interpreta il ruolo di un ricco, e naturalmente tirchio, commerciante genovese che vuole dare la figlia, innamorata di un giovane marinaio, in sposa a un cugino benestante. Protagonista indiscusso della pellicola è Govi, che si muove per la città mostrandocene i vicoli, le osterie, i panorami mozzafiato, le file di tram praticamente vuoti e una Genova talmente diversa da quella a cui siamo abituati, da rendere quasi difficile riconoscerla. Punto di riferimento principale, però, rimane il Porto, con le sue banchine attraversate non da macchine, ma da carretti e cavalli. Nella pellicola l’amore vero trionfa, così come la commozione dello spettatore, che non può fare a meno di provare una sensazione di nostalgia per quell’epoca di rinascita, speranza e di innata eleganza.  

Achtung! Banditi! - 1951

Ambientato tra le valli che circondano Genova, precisamente in Val Polcevera, il primo film di Carlo Lizzani racconta le vicende di un gruppo di Partigiani liguri che, ignorando la raccomandazione di nascondersi tra i monti, si sposta a Pontedecimo per tentare di rubare armi da una fabbrica gestita dai tedeschi.

Sullo sfondo il coraggio dei Partigiani, la realtà della guerra e dell’occupazione tedesca, la critica al lavoro in fabbrica e all’ipocrisia borghese, ma soprattutto una Val Polcevera in bianco e nero, diversissima, sotto mille punti di vista, da quella di oggi, eppure in qualche modo vicina. Basta infatti ritrovare il fiume Polcevera, la stazione, il paese di Pontedecimo e il ben noto 7 (l’autobus che collegava già allora, anche se sotto la veste di tram, il centro città a Pontedecimo) per ritrovare un po’ del presente e abbracciare, al tempo stesso, un po’ del passato.

Profumo di donna - 1974

Tratto dal romanzo Il buio e il miele di Giovanni Arpino, “Profumo di donna” è un film diretto da Dino Risi, che ha valso a Vittorio Gassman il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes del 1975 e si è aggiudicato due nomination agli Oscar del 1976. Nel film, Genova è la prima tappa del viaggio che il protagonista, un Capitano rimasto cieco a causa di un’esplosione, affronta insieme a un giovane soldato per arrivare da Torino a Napoli. Un film tragicamente ironico, che tratta il tema della cecità nella sua profonda sofferenza, escludendolo al tempo stesso dalla retorica della pietà. La scenografia di Genova, su cui la storia si appoggia senza però addentrarcisi, è prevalentemente quella del Porto, dove in un giro perlustrativo che parte dal “sotto sopraelevata” e arriva in Piazza Cavour, il protagonista va alla ricerca “cieca” di una prostituta con cui accompagnarsi.

Genova -  un luogo per ricominciare - 2007

Tra i film recenti più famosi che hanno visto la città come protagonista non si può non citare l’omonimo Genova, diretto dall’inglese Michael Winterbottom. Nel film, Colin Firth vive a Chicago con la famiglia, finché la moglie perde la vita in un incidente e lui, per aiutare le due figlie a superare il lutto, accetta una cattedra di inglese all’Università di Genova. In questo film il legame con la città è molto sentito e le inquadrature dei vicoli, di via Balbi, dei portici di Sotto Ripa, dell’elegante via Garibaldi non sono solo tappezzeria, ma rappresentano un mondo in cui i protagonisti si perdono, metaforicamente e non, immersi in una cultura che non gli appartiene e lontani dall’America ampia, moderna e tecnologica che sono abituati a conoscere. Tra le immagini più belle, Genova sotto un tramonto estivo, goduta dalla sella di un motorino: un analgesico, nel film come nella vita reale, contro molti dei problemi che ci affliggono.

Cosimo e Nicole - 2012

Genova, 2001. Mentre la città, scossa dalle violenze, piange il sangue dei suoi figli, i giovani manifestanti Cosimo e Nicole si incontrano per caso e si innamorano per scelta. Anni dopo tornano in città, perché “Genova era l’unico posto dove non ci sentivamo stranieri” per lavorare come assistenti ai concerti, finché un immigrato clandestino non cade durante l’allestimento di un palco, costringendo entrambi a fare delle scelte drastiche. A fare da scenografia c’è tutta la città: Corso Italia, il Porto Antico, ma soprattutto l’Arena del Mare, illuminata dalle luci stroboscopiche dei concerti rock; una Genova trafficata, moderna, musicale, giovane; lontana anni luce da quella dei film precedenti, ma non per questo meno vera. 

Ringraziando tutti i lettori di Mentelocale che ci hanno consigliato tantissimi altri titoli, integriamo con i loro graditissimi consigli.

Le mura di Malapaga – 1949

E’ una Genova ancora da ricostruire quella protagonista di Le mura di Malapaga, film del 1949 diretto da Réne Clément. Prima produzione importante girata nella Superba, la pellicola vinse l’Oscar come miglior film straniero ed ebbe il merito di promuovere la città in tutto il mondo, seducendo i turisti con il fascino dicotomico dei suoi spazi strettissimi e delle ampie vedute marine. Nel film un marinaio francese trova rifugio a Genova dopo essere scappato da Marsiglia per aver ucciso la propria amante e intraprende una complicata relazione d’amore con una donna divorziata. Tra attrazione e ritrosia, la coppia giungerà insieme al drammatico epilogo. Quello che vediamo nel film è un centro storico impolverato e demolito, le cui rovine costituiscono però gli stessi gradini da scalare per poter ripartire.

Il giorno dello sciacallo – 1973

Tratto dall’omonimo romanzo di Frederick Forsyth, “Il giorno dello sciacallo” racconta dell’adrenalinico viaggio in Spider, da Genova a Parigi, di uno spietato killer incaricato di uccidere Charles De Gaulle dopo che l’indipendenza dell’Algeria. Inseguito dalla polizia, lo Sciacallo protagonista visita Genova a velocità di fuga e solo con lo scopo di commissionare la fabbricazione di un fucile smontabile e procurarsi dei documenti falsi. Sono così i vicoli, Sottoripa e Sampierdarena i luoghi protagonisti del film, resi sì simbolo della criminalità, ma anche di un’internazionalizzazione che, in un certo senso, elesse la città all’altezza delle grandi capitali europee.

Stregati – 1986

Diretta e interpretata da Francesco Nuti e Ornella Muti, “Stregati” è una commedia romantica ambientata nella nostra Genova di fine anni ’80. Il Lui e la lei protagonisti sono uno scapezzato disc-jockey che vive in un piccolo appartamento al Porto e una bellissima ragazza che si trova a Genova per comprare l’abito da sposa. Lui e lei si incontrano una notte di pioggia durante la quale lei ha un disperato bisogno di un taxi e lui gira per la città con quello di un amico, alla disperata ricerca di compagnia. In una notte che sembra eterna, mentre una Genova addormentata li ospita tra le sue vie, i due protagonisti si attraggono, si respingono, si odiano e, essendo una commedia, alla fine si amano, mentre la città si fonde con la musica del sax, la pioggia e l’immancabile voce del protagonista alla radio, che calda e filosofica, accompagna metaforicamente il viaggio. Le scene più belle avvengono al Porto, dove le navi in attracco e le banchine buie nascondono questo amore “proibito” a occhi estranei, ma Genova è protagonista in tantissime altre vedute, da Castelletto a Piazza Dante, passando per intere panoramiche della città.

Diaz, Don’t clean up this blood – 2012

Ci sono film girati per intrattenere e altri scritti per istruire. Quest’ultimo è il caso di “Diaz, Don’t clean up this blood” (Non pulire questo sangue), il film diretto da Daniele Vicari che racconta le vicende tristemente note verificatesi durante il G8 del 2001. Anche questa volta Genova è al centro della scena, però non la Genova delle vedute sognanti e nostalgiche citate sopra quanto una Genova annaffiata col sangue dei suoi figli. Una Genova di asfalto contro il viso, di muri che diventano prigioni, di aria impregnata di lacrimogeni e urla soffocate. Una Genova inerme e spaventata, spettatrice, incolpevole, di violenze e custode, inconsapevole, di memorie.

Concludiamo con una veloce carrellata di tutti quelli che non abbiamo citato sopra: da Agata e la Tempesta e Giorni e Nuvole (2004 e 2007, entrambi per la regia di Soldini), al docu-film Nella bocca del lupo (2009, diretto da Pietro Marcello), tratto romanzo di Remigio Zena, fino a Figurine (1969, dal regista Giovanni Robbiano) e Una Rolls Royce gialla (1964, Anthony Asquith).

Di Barbara Cosimo

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