L'Università di Genova? Sempre più aperta alla città

Genova, 19/01/2018.

Un’Università che sia sempre più parte integrante della città. È questo il progetto del rettore Paolo Comanducci e del suo portavoce, Luca Sabatini, docente di Web Communication, che si occupa anche della parte comunicativa dell’Università di Genova.

«Uno dei limiti dell’Università – racconta Sabatini  - era quello di essere considerata esterna alla città. Gli stessi studenti passato il “momento didattico” percepivano l’Università come un elemento a sé. Abbiamo provato a cambiare le cose». Sono così nate diverse iniziative rivolte non solo a studenti, ma anche a famiglie, adulti e bambini: «Si tratta di attività di terza missione, dove la prima è la didattica, la seconda è la ricerca e la terza appunto la divulgazione scientifica. Volevamo trovare dei modi per trasferire competenze non solo agli studenti, ma anche ai cittadini».

Da queste idee è nato UniverCity, festival di Arte, Musica e Teatro che quest’anno giungerà alla terza edizione, tra incontri, dibattiti, laboratori: «Abbiamo avuto un ottimo riscontro dai cittadini, passando da circa 4.000 presenze del primo anno alle 10.000 del secondo. Nel 2017 inoltre abbiamo anche raddoppiato le giornate di eventi. Il Festival tornerà il prossimo giugno configurandosi come un grande evento di piazza». Tra le novità, invece, «avremo il Festival del Mare, tre giorni di iniziative di divulgazione scientifica dedicati al mare, tra conferenze e laboratori». Nel calendario di un’Università sempre più aperta alla città non mancano gli appuntamenti per i più piccoli: «Ogni domenica a Palazzo Ducale si svolge UniversiKids, una serie di attività che cambiano di mese in mese, tra musica, informatica, ingegneria e scienze».

Tante le sinergie con il territorio, per esempio con i teatri: «con Stabile e Carlo Felice lavoriamo alla Lodi’s Night, una serata in cui si presentano i lavori dei laureati più meritevoli», ma le collaborazioni si allargano anche a Ducale e Porto Antico, senza dimenticare «il Festival della Scienza, Mu.ra, il Festival dello Spazio di Busalla, il Festival della Comunicazione di Camogli e a breve Euroflora a Nervi».

Per avvicinarsi ai cittadini e ai 32.000 studenti che la frequentano, l’Università ha inoltre iniziato a comunicare attraverso strumenti nuovi, come per esempio i social media: «Fino all’entrata in carica dell’attuale rettore, l’Università non prendeva in considerazione la comunicazione, che non era ritenuta un elemento prioritario. Attualmente, invece, abbiamo voluto dare un segnale di cambiamento, facendo sì che anche un’istituzione come la nostra si dotasse di strumenti al passo con i tempi, dai social al web». Così l’Università di Genova ha aperto una pagina Facebook e un profilo Twitter «dove comunica top down cioè verso i follower e un profilo Instagram Bottom up, in cui sono gli studenti stessi a condividere contenuti. Il passo successivo pensiamo sia un canale You Tube. D’altra parte se questo è il modo di comunicare della società non si può essere a-sociali, ma bisogna adattarsi al momento».

Per quanto riguarda la ricerca e il fatto che l’Università di Genova abbia solo due dipartimenti su ventidue ritenuti d’eccellenza dal Miur e che pertanto beneficeranno di un finanziamento, Sabatini commenta in positivo: «Su tre dipartimenti candidati, due sono stati scelti, è un risultato paragonabile a quello di Pisa, che ne candidava molti di più. È andata più che bene, non bisogna guardare al "solo", ma a quello che abbiamo raggiunto».

Di Chiara Pieri

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