Mizar, se l'editoria indipendente sbarca al Luzzati Lab

Genova, 22/12/2017.

Metti uno spazio come il Luzzati Lab, prendi la piccola editoria di eccellenza, unita alla vocazione culturale del territorio, aggiungi una libraia indipendente, un editore, un membro della Fondazione Luzzati Teatro della Tosse e otterai un evento unico, dedicato alla letteratura e all'illustrazione

Così è nato Mizar - Boutique libraria pop-up, che si è svolto lo scorso sabato 16 dicembre presso il Laboratorio del Teatro della Tosse. La location, centralissima, ma per molti sconosciuta, è stata recentemente restaurata, diventando una sorta di loft in pieno centro storico circondato dalle case (lo trovate a destra di Stradone Sant'Agostino, ingresso da vico Amandorla 3c). Era qui che Lele Luzzati realizzava i suoi progetti e ancora oggi si trovano sul pavimento tracce della sua vernice. Attualmente il Luzzati Lab è a disposizione delle attività del teatro, ma è anche luogo deputato per eventi culturali legati al territorio, come previsto dallo statuto della Fondazione. Uno di questi è stato appunto Mizar.

Ideato da Valentina Mancinelli (Fondazione Luzzati Teatro  della Tosse), Ilaria Crotti (Libreria Falso Demetrio) e Andrea Benei (Sido Edizioni, Grrrz.com), con il supporto dell'illustratirce di TurpeLaura Anastasio che ne ha creato il packaging, Mizar ha visto alternarsi una serie di incontri con protagonisti del mondo della letteratura e della grafica indipendente.

Da Tuono Pettinato che insieme a Francesca Riccioni ha presentato il graphic novel a stampo ambientalista, Non è mica la fine del mondo (Rizzoli Lizard, 2017) all'incontro con Giorgio Falco, presentato da Michele Vaccari per far conoscere il suo nuovo libro, Ipotesi di una sconfitta (Giulio Einaudi Editore, 2017). E poi una tavola tornda con i grafici editoriali tra cui quelli di xxystudio, Sur, Iperborea, Sido e Grrrz, per passare all'Abbecedario del Falso Libro, realizzato dal collettivo Blic Vor, una guida colta e scanzonata all'editoria moderna, che aiuta a difendersi dalle pubblicazioni inutili e dannose.

Mizar, che nel nome riprende «il mezzaro genovese, ma che ricorda l'immaginario scelto, una Sherwood di lettori, una Arboria illuminata dai libri, un Bosco Vecchio di editori contemporanei» come spiegano gli ideatori è stato un successo di pubblico. Per questo gli artefici di Mizar auspicano di poter «replicare l'evento, dandogli una continuità». Tra i progetti anche quello di aprirsi a nuove collaborazioni, «che offrano un ventaglio di novità agli eventi culturali e librari genovesi, per uscire dai soliti circuiti».

Di Chiara Pieri

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