Pista ciclabile a Genova, dalla Fiumara a Boccadasse. Il progetto della Super 11

Genova, 19/12/2017.

«Siete venuti qui in bicicletta?». Scherza Dante Benzi, presidente di Adc Liguria e tesoriere di Confprofessioni Liguria. E ha tutta l’aria di chi conosce già la risposta, perché sa bene quanto sia difficile muoversi in bici in una città come Genova. Poi sdrammatizza, seduto al tavolo con gli architetti Luca Dolmetta e Silvia Rizzo: «Siamo tutti ciclisti in fondo». Lo scambio di battute ha avuto luogo nello studio di architettura LD+SR, in Vico delle Vele 7 a due passi dal Porto Antico, dove i padroni di casa Dolmetta e Rizzo ci hanno accolti per un’intervista.

E proprio di bicicletta si è parlato. C’è infatti una novità in cantiere per gli amanti delle pedalate cittadine e per la mobilità in generale: Super 11 è il nome di una nuova pista ciclo-pedonale proposta proprio da Confprofessioni e Adc Liguria al Comune di Genova: un totale di 11 chilometri di tracciato, percorribile in bicicletta o a piedi dalla zona Fiumara di Sampierdarena a Boccadasse, per recarsi al lavoro o semplicemente per fare della sana attività fisica. 

Architetto Dolmetta, Super 11 è un progetto e insieme anche una bella sfida: la ciclabilità tradizionale a Genova è in effetti piuttosto complessa…
«È vero, ma è sicuramente un nuovo modo di pensare la città: una città giovane, vivibile, turistica e che punti a una mobilità sostenibile. Super 11 introdurrà un’infrastruttura utile alla mobilità, al tempo libero e allo sport. Ma non solo: Super 11 è anche un progetto turistico, pensato per chi voglia conoscere Genova e i suoi monumenti attraverso un mezzo che non sia quello automobilistico».

Ricordiamo che la pista ciclo-pedonale Super 11 non è dedicata soltanto ai ciclisti ma anche ai runner. Architetto Silvia Rizzo, ci sarà una corsia solo per loro?
«Certo, l’intento è quello di progettare una corsia specializzata e dedicata anche ai runner, tra la corsia per pedoni e quella per le biciclette. Il tutto in piena sicurezza, con separazioni dal traffico e con l’inserimento di aree verdi. L’obiettivo è fare in modo che ciclisti e runner si riapproprino della città». 

Dolmetta, da cosa nasce il progetto di una pista ciclo-pedonale che possa collegare il Ponente genovese con Boccadasse e quindi anche con il Levante?
«L’idea nasce da Confprofessioni. Un anno e mezzo fa l’associazione ha pensato che lavorare su questo tema potesse essere importante e tutto è partito con un primo convegno per proporre la cosa. Successivamente l’incarico è passato a me e a Silvia Rizzo per sviluppare quell’idea. Grazie anche al rapporto con il Comune di Genova la proposta ha potuto acquisire più forza, coinvolgendo nel progetto anche altri monumenti, come la Lanterna di Genova, importante per il tratto di porto, da cui passerà la pista ciclabile. Ma come ho detto, tutto nasce da Confprofessioni nel creare un progetto per stimolare un dibattito su un tema che riteniamo importante».

Dante Benzi, tutto nasce da voi quindi. In sinergia con Adc Liguria avete presentato il progetto al Comune di Genova. Come è stato accolto?
«Direi molto bene. Addirittura anche la precedente amministrazione comunale con il Sindaco Marco Doria, al quale avevamo presentato l’idea, aveva manifestato un grande consenso. Con la nuova amministrazione abbiamo riproposto l’idea, dicendo che entro la fine di novembre avremmo terminato la progettazione insieme allo Studio Dolmetta. Comune e assessori hanno sempre dato il massimo dell’appoggio e lo stesso ha fatto Enrico Musso, direttore del Cieli e responsabile del Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile.
I professionisti a Genova sono più di 20mila. In seno a Confprofessioni abbiamo pensato che non potevamo non essere di stimolo su alcuni temi: uno è quello del contrasto alla criminalità organizzata e un altro è quello della povertà. Il terzo riguarda proprio l’ambiente e lo sviluppo della città. Tante professionalità possono essere collegate a questi progetti: geologi, architetti, ingegneri, notai, commercialisti. Ognuno in base alle proprie competenze ha fornito la sua professionalità: questo a dimostrazione di quello che potrebbe fare una comunità di professionisti».

Benzi, il progetto ad oggi è ad una fase propositiva per un eventuale studio di fattibilità. La Super 11 sarà davvero fattibile o rimarrà una bella proposta? Come pensate di muovervi in questo senso?
«Il Sindaco Bucci, nel corso della conferenza stampa di mercoledì 15 novembre 2017 ha dato dei tempi di realizzazione dell’opera molto stretti. Ci sono ovviamente dei tempi tecnici, ma se la volontà dell’amministrazione comunale è procedere con questa velocità, tali tempi possono essere accorciati anche di due anni. Il lavoro è sì unitario, ma alle varie tratte è possibile lavorare separatamente: in un periodo di tempo che va da 6 mesi a un anno potrà quindi essere avviato l’iter per la realizzazione dei primi segmenti. Il sindaco si è poi espresso sulla creazione di altre due piste ciclabili, una nella Val Bisagno e una in Val Polcevera, con particolare favore verso quest’ultima per semplicità di realizzazione».

Da cosa è dovuta questa maggiore semplicità?
«È dovuta al fatto che ci sono alcuni binari ferroviari dismessi su entrambi i lati del Polcevera. Potrebbero essere velocemente smantellati per utilizzare queste zone e adibirle a corsie per le biciclette».

Uno dei progetti della Super 11 riguarda anche la riqualificazione della zona del centro commerciale Fiumara a Sampierdarena, da anni in una situazione di degrado. Come si interverrà?
«L’esperienza insegna che dove nascono piste ciclabili si provvede a creare attorno ad esse diverse attività, da quelle di locazione a quelle di riparazione fino ad attività di ristorazione, rivitalizzando il tratto interessato. La zona dalla Fiumara fino al Porto Antico di Genova sarebbe interessata da questo tipo di riqualificazione, con un’attenzione speciale a via Sampierdarena che riceverebbe un contributo anche dal punto di vista artistico e architettonico. Ad oggi l’area è un parcheggio selvaggio di automobili».

Benzi, obiettivo primario della Super 11 è quello del miglioramento dell’impatto ecologico. Sono stati fatti studi su questo aspetto? Qual è la situazione oggi e quanto può influire il riutilizzo in città di un mezzo eco friendly come la bicicletta?
«Gli obiettivi primari del progetto sono essenzialmente due. Uno riguarda lo sviluppo del turismo: nel punto in cui avviene l’attracco delle navi da crociera, con la discesa di qualche migliaio di turisti, l’attuale sistemazione dell’area non consente ad essi di muoversi da Levante a Ponente in autonomia con le biciclette o in altro modo. Con la Super 11 questo sarebbe possibile. C’è poi la volontà del sindaco Bucci di creare in futuro un collegamento della pista con i Forti Genovesi, magari per biciclette con pedalata assistita.
Tornando all’impatto urbano, l’obiettivo è quello di spingere i cittadini all’utilizzo della futura pista ciclopedonale anche per brevi tratti. Un esempio: la Sopraelevata è da sempre intasata di macchine e chi abita a Sampierdarena impiegherebbe poco tempo a recarsi al lavoro a Genova grazie alla Super 11, anche perché la pista è totalmente in piano. Il professor Enrico Musso ha poi parlato della possibilità di collegare alla pista addirittura via XX Settembre, con una ciclabile che sia degna del suo nome e non soltanto con alcune strisce sul manto stradale, per poi annettere anche via Balbi, creando così un vero circuito. Il traffico in questo modo dovrebbe diminuire man mano che la gente si autoeducherà all’uso della bici».

Architetto Dolmetta, ci sono stati studi di altro tipo per dimostrare l’efficacia dell’uso della bicicletta?
«Avevamo organizzato un incontro tra architetti sul tema della ciclabile, che si andava ad inserire bene nel progetto Super 11. Durante questo incontro è stato presentato uno studio su altri aspetti importanti. In una simulazione di percorso casa-lavoro da Sestri Ponente al Centro, utilizzando l’auto la spesa è di circa 1.664 euro annui contro i 160 euro annui se si utilizza la bicicletta. Quello dei costi è un dato ugualmente importante, al pari della salute e dell’ecologia: a tutti farebbe piacere risparmiare qualche soldo, credo valga la pena parlarne. Tutti dicono che a Genova è impossibile utilizzare la bicicletta: l’elettrico con pedalata assistita può venire incontro ai cittadini».

Parliamo allora di bici elettriche. Abbiamo intervistato anche il vice Sindaco di Genova Stefano Balleari e ci ha parlato del sogno bike sharing elettrico. Cosa ne pensa Dolmetta? Può essere una soluzione in una città piena di sali e scendi?
«Più che un sogno è una realtà. Le biciclette elettriche sono quelle che ultimamente si vendono di più. La trovo una soluzione utile a Genova per affrontare alcuni dislivelli importanti: uno su tutti quello tra il centro e Castelletto».

Presidente Benzi, lei cosa ne pensa?
«Ho avuto modo di approfondire l’argomento. I prezzi della biciclette elettriche stanno scendendo moltissimo e continueranno a scendere ancora. Il costo maggiore è ovviamente la batteria, ma per un uso urbano potrebbe bastare anche una batteria da 250 watt/ora, per una spesa complessiva al di sotto dei 1000 euro. Dal 15 dicembre 2017 poi sono aperti incentivi fino a 400 euro per bicicletta. Questo è un altro fra i buoni motivi per passare alla bici elettrica.  

E tutto il tratto di strada dalla zona della Fiumara fino a Voltri e anche più in là? In fondo anche quello è un tratto pianeggiante e utilizzabile. In questo modo verrebbe tagliato fuori nel progetto Super 11. Presidente Benzi, si prevede un prolungamento in futuro verso quelle zone?
«Senz’altro. Non dimentichiamo che è presente un lungo tratto di ciclabile da Arenzano a Varazze. È ragionevole pensare di collegare un domani il Ponente al Levante ligure unendo i vari tratti in un’unica pista ciclabile, che tuttavia è già nei progetti più ampi del Governo e si chiama ciclovia Tirrenica».

Parliamo di costi. Per la realizzazione della Super 11 si è parlato di una cifra intorno ai 10 milioni di euro. Per quanto riguarda i finanziamenti?
«Credo che il Sindaco Bucci si sia recato personalmente dal Ministro dei Trasporti Graziano Del Rio per parlare di finanziamenti. Dovrebbero esserci finanziamenti statali, soprattutto in favore della ciclovia tirrenica. Poi sarebbe possibile sviluppare il progetto con parte delle risorse comunali e parte di privati e aziende. Mi viene in mente la sponsorizzazione di alcune tratte per aziende specifiche. Come ha affermato il presidente della Fiab Giulietta Pagliaccio, per ogni euro investito in una pista ciclabile ne ritornato tre. Anche se il costo dell’opera dovesse avvicinarsi più ai 20 milioni che ai 10 milioni, trovo la spesa compatibile per un’opera di questo tipo».

Non sarà tutto rose e fiori. Mi rivolgo allora all’architetto Dolmetta: quali sono sotto il profilo pratico le problematiche principali che ostacolano la realizzazione della Super 11?
«Spesso il problema riguarda gli spazi. Quando viene introdotta una nuova viabilità è logico aspettarsi un pezzo di strada che va ad aggiungersi a quello esistente. Le alternative sono due: o si ridisegnano gli spazi, come abbiamo fatto noi nel nostro progetto, oppure si deve rinunciare a qualche area, magari quella adibita al posto auto. Un’alternativa, dal momento che esisterebbe un’interferenza fra la pista Super 11 ed il Porto, sarebbe quella di pensare ad una ciclabile agganciata alla Sopraelevata o comunque sostenuta da piloni, per introdurre la ciclo-pedonale in una città che è effettivamente satura di infrastrutture».

Silvia Rizzo, siete voi stessi ciclisti o runner? Come vivete questo hobby a Genova?
«Non mi definirei una ciclista, però mi piace molto andare in bicicletta. Non vi nascondo però che andare in bici in una città come Genova mi metta paura. Da ciclista amatoriale e da runner quindi penso che una pista come la Super 11 possa permettermi di fare movimento in tutta sicurezza».

Luca Dolmetta, se dovesse consigliare ai cittadini un bel giro in bicicletta tra quelli disponibili al momento a Genova e non solo?
«Sono un ciclista amatoriale e vado spesso in bicicletta. Per i miei percorsi tendo ad allontanarmi dal centro. Vi consiglio le zone di Scoffera, Montoggio o Casella».

Di Fabio Liguori

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