5 piatti tipici genovesi da mangiare a Natale

Genova, 07/12/2017.

Con dicembre ha inizio l’Avvento: i magici 24 giorni che precedono il Natale. In queste tre settimane di attesa sale l’hype per quella che è considerata sotto tutti i punti di vista La Festa delle Feste. Natale è quel giorno specialissimo in cui si riabbracciano gli affetti, si realizzano desideri, si perdono più soldi a tombola di quanti mai se ne sarebbe persi giocando in Borsa ma, soprattutto, si mangia. Di solito tanto e, se si è particolarmente fortunati, anche bene. A Genova dal quel punto di vista siamo vincenti: potremmo chiuderci in casa per tutta la durata delle Feste e provare ogni giorno un piatto tipico diverso. Tra tutte le prelibate leccornie che si preparano nella Superba, quali sono però quelle a cui un genovese DOC non rinuncerebbe mai a Natale?

Ravioli alla genovese col Tocco

Chiunque dica che i genovesi sono avari, probabilmente non ha mai assaggiato i Ravioli a u tuccu! Ripieni di tutto ciò che al mondo c’è di commestibile (o almeno di diversi tipi di carne, verdura e formaggio), i Ravioli al Tocco sono una ricetta genovese tipica delle feste natalizie e, in particolare, di Santo Stefano. Nati secondo la leggenda nel XII secolo a Gavi, cittadina che un tempo battente bandiera genovese, si dice che i ravioli siano stati originati nella locanda gestita dalla famiglia che gli ha dato i natali: la famiglia Ravioli. Al di là della lungimiranza dei loro creatori, i Ravioli a u tuccu sono un piatto di cui senz’altro vale la pena discutere. Il famoso Tocco, che poi sarebbe il sugo, è preparato con carne di manzo, un trito di funghi e sapori, un bicchiere di vino e salsa di pomodoro. Per prepararlo in modo corretto ci si impiegano ore, ma le gioie che derivano dalla degustazione valgono tutta la lavorazione.

Maccheroni in brodo

Questa pasta lunga (fino a 20 centimetri), bucata nel mezzo, veniva anticamente filata a mano a partire da un amalgama perfetta di farina e fecola di patate. Ancora oggi, nonostante solitamente si comprino già confezionati e siano rimaste poche le massaie che si cimentano ancora a farli a mano, i cosiddetti Natalini vengono serviti il giorno di Natale, cotti in un brodo di cappone e conditi con bocconcini di salsiccia. Questi bocconcini sferici rappresentano niente di meno che le palanche (monete per i foresti), un tema molto caro ai genovesi, specialmente sotto le feste.  

Tacchinella arrosto

Dal momento che la tradizione religiosa chiedeva che a Natale non si mangiasse carne rossa, i genovesi si sono impegnati per trovare un altro piatto con cui sostituirla. A farne le spese è stato il bibbin, che poi in italiano sarebbe il tacchino o, per essere più precisi, la tacchinella. Cotta in forno e accompagnata da patate arrosto, la tacchinella arrosto è un piatto semplicissimo ma assolutamente gustoso, che non manca mai sulle tavole delle famiglie liguri.

Cappone lesso con la mostarda

Prima che venisse sostituito con il suo discendente più leggero e goloso, il Capponmagro, era il Cappone il vero protagonista del Natale genovese. Simbolo di prosperità e ricchezza, il Cappon boggio viene preparato ancora oggi nelle famiglie genovesi più amanti della tradizione. Un tempo veniva accompagnato con intingoli, salse, frutta o, appunto, con la mostarda.

Il Pandolce genovese

Per concludere il pranzo, il protagonista dolce del Natale: il Pandolce genovese. Solitamente si presenta in coppia, sempre abbinato a un vino passito e, nonostante arrivi dopo le pietanze principali e almeno un altro chilo e mezzo a testa di frutta secca, frutta candita, cioccolatini e altre leccornie, il Pandolce trova sempre qualcuno che lo apprezzi e lo desideri. Il Pandolce è una torta alta e di consistenza media tra il croccante e il morbido, farcita di frutta candita, uvetta, pinoli e finocchietto. Una goduria per il palato che si narra avere origine da un concorso per mastri pasticceri indetto dal Doge di Genova Andrea Doria nel lontano '500.

Di Barbara Cosimo

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