Natalino Balasso e Marta Dalla Via in Delusionist. L'intervista

Massimo Battista
Teatro Politeama Genovese Cerca sulla mappa

Genova, 19/11/2017.

L'incontro con l'attrice Marta Dalla Via, «un talento», ma soprattutto con la drammaturgia dei Fratelli Dalla Via  (Marta e Diego) è stato il motivo scatenante del progetto che ha portato Natalino Balasso, attore, drammaturgo e regista, a confezionare un nuovo spettacolo Delusionist - in scena al Politeama Genovese mercoledì 22 novembre 2017 (ore 21). Sul palcoscenico Marta Dalla Via è «molto brava. È molto difficile avere i tempi comici giusti, quindi ovviamente quando trovo qualcuno capace, cerco di lavorarci». A parte averla avuta accanto sul palco nei primi due capitoli dell'Epopea di Toni Sartana (La cativìssima e La cativìssima 2), Balasso sottolinea la «frequentazione da spettatore» degli spettacoli dei Fratelli Dalla Via: «sono un loro fan, sono ammirato dalla genialità dei loro testi».

Una collaborazione dunque sul palco ma anche a partire dalla scrittura. Cosa stava cercando Balasso al di là delle sue abilità di scrittore e adattatore/traduttore (allo Stabile di Torino dal 21 novembre la sua versione de Le baruffe chiozzote da Goldoni)? «Ho avvertito la necessità di scrivere qualcosa di più contemporaneo. C'è sempre un lato positivo e uno negativo del fare successo consolidando un certo stile: c'è il rischio di fossilizzarsi e ripetersi. E poi io mi annoio facilmente. A me piace sperimentare forme e temi nuovi, quindi mi è sembrata un'ottima opportunità poter lavorare con Marta». 

Lo spettacolo Delusionist punta ad essere «apprezzabile dal grande pubblico e non una produzione di nicchia. Delusionist è una pillola per non dormire mai, se presa con regolarità, si ha tempo per fare molte altre cose. Si va quindi incontro a quella che è una tendenza del contemporaneo: ignorare il presente, quello vero, per crearne uno fossilizzato ed eterno. Come nei social, dove uno pensa di non esistere se non scrive ogni cosa che fa - anche che sta andando al cesso. Si guarda a un'idea di società in cui dobbiamo essere sempre tutti estremamente performativi e molto simpatici e pieni di energia fisica. A questo tempo virtuale va incontro la nostra pillola».

Al centro della vicenda lo stesso Balasso intepreta Vito Cosmaj, a capo di una piccola azienda farmaceutica non proprio in una situazione rosea e la sua segretaria (Marta Dalla Via) stanno preparando una campagna pubblicitaria per lanciare il prodotto e «qui c'è una svolta interessante - prosegue Balasso - loro chiamano in causa gli attori che li rappresentano, ovvero la segretaria suggerisce di chiamare una regista molto brava del teatro sperimentale, una certa Marta dalla Via e, invece Cosmaj, suggerisce di coinvolgere un testimonial, una figura più forte dal punto di vista mediatico, ovvero Natalino Balasso. Si genera così un gioco pirandelliano». 

Sembra quasi si tratti di un conflitto tra media: TV contro teatro. «Si parla molto di media in questo spettacolo. Il gioco è ampio e agisce a più livelli. C'è quello che vuole il nome noto e quella che cerca la regista con le idee, il che rimanda anche a un conflitto generazionale, ma anche al mainstream contro l'avanguardia che spesso fa in fretta a diventare anche retroguardia. Si ride molto e se qualcuno ride per gli aspetti superficiali e qualcuno coglie significati più profondi a me va bene lo stesso, non sono razzista nei confronti del pubblico, basta che il pubblico sia vivo. Anche perché credo che quando si tratta di qualità di uno spettacolo questa non debba essere riservata a pochi. Così come, d'altra parte, il mainstream non deve necessariamente essere banale e stupido».

In varie interviste è emerso chiaro che l'etichetta di comico non è gradita a Balasso, ma cos'è la comicità per lui e perché la satira è diventata ipocrita e inutile nel nostro contemporaneo? «La visione sulla comicità è piuttosto ristretta oggi. La TV sta dando un'immagine del comico a cui i comici stessi dovrebbero sottrarsi. Io non mi ritengo un comico. E, certo, non mi sono mai sentito di rappresentare la TV - e infatti l'ultima volta ci sono stato nove anni fa. Chi mi vede ancora come un attore televisivo è perché ormai si tende a cristallizzare le cose secondo il racconto che ci viene dai media.  Faccio molte altre cose, sono un artista che racconta storie fatti vicende, se faccio ridere è perché sono bravo. Per me è difficile pensare all'arte come mestiere, faccio fatica a identificarmi in un ruolo, per me l'arte è gioco,  è raccontare storie che ci appartengono, usando tutti i mezzi che mi vengono in mente dal poema al video fino alle cose comiche».

A proposito di Satira. «Secondo me, la satira ha senso quando c'è un tiranno. In questo momento la satira, peggio di altri generi, sta mostrando tutto il suo lato debole. Io non amo fare spettacoli consolatori. La satira invece è consolatoria: dipinge un mostro e ti dice che tu sei meglio di quello là. Oggi su cos'è che vogliamo fare satira? Cosa può mettere in moto un pensiero critico? Se parlo male di Grillo, Renzi, o Berlusconi oppure se la critica parla male degli spettacoli o, ancora, se si parla maledi un contest televisivo o dei suoi partecipanti, comunque vada non andiamo mai al succo della materia. Fare satira dicendo che qualcuno è un grullo, banalizziamo la critica, la società di oggi è ben più complessa».

Natalino Balasso è estremamente attivo online con il suo sito e una serie di episodi comici su web. «L'unica cosa che ancora sta salvando le piattoforme che forniscono video online è che non ci sono funzionari, intermediari o altre figure che ti mettono i paletti. Per questo mi interessano. Però come tutte le realtà, quando una cosa funziona e si cominciano a fare i soldi, arriva il meccanismo del marketing che di nuovo sopisce e appiattisce tutto. YouTube in realtà ha due canali: uno che vedono tutti e uno no. A me non me ne frega niente, io non voglio guadagnare dai miei video, anzi se la gente si svegliasse, saprebbe che ci ho solo speso dei soldi in questi video e che non li faccio per guadagnarci su. Però questa cosa ha creato un problema sulle visualizzazioni. Sì perché se ne vuoi avere tante devi accettare la pubblicità (invece io non l'ho voluta), usare un linguaggio preciso, non utilizzare certe parole sensibili o offensive e così si va di nuovo a creare un palisensto edulcorato. Ma il pubblico dorme e se la beve».

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22 novembre 2017
@Politeama Genovese

Delusionist
“No stand up comedy” in cui si ride per non ridere 

testo e regia di: Natalino Balasso e Marta Dalla Via 
con: Natalino Balasso e Marta Dalla Via 
direzione tecnica audio e luci: Roberto Di Fresco 
organizzazione: Simonetta Vacondio 
produzione: Teatria srl
durata: 90’ (atto unico)

Alla fine vorrei sfanculare gli spettatori che volevano qualcosa di più e anche quelli che si aspettavano qualcosa di meno. Quelli che hanno ottenuto ciò che volevano: beh, se lo sono proprio meritato. N.B.

Metà degli spettatori saranno miei colleghi e metà di loro mi criticherà per principio. L’altra metà con ragione. Per quanto riguarda l’altra metà toccherà stare attenti a non divertirla male così che questa metà non diventi come l’altra metà. M.D.V.

Di Laura Santini

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