Mattoni per una scuola, il crowdfunding per costruire nuove aule in Baganà

Genova, 26/10/2017.

Banganà è un piccolo villaggio nel cuore del Niger. Più che un villaggio è un accampamento permanente, perché i suoi abitanti sono Wodaabe, una popolazione di allevatori nomadi di zebù e non vi sono né case né capanne. Dal 2011 c’è una scuola primaria. All’inizio contava 18 allievi ed era alloggiata in un capanno di rami e steli di miglio. Ora ha un piccolo edificio di mattoni di fango con una sola stanza. 

A distanza di sei anni dalla sua creazione, gli allievi sono aumentati di numero (l’anno scorso erano 59, con le ragazze sempre in maggioranza), suddivisi ormai in sei classi, e la scuola, costituita di un solo locale, è drammaticamente insufficiente, se si vuole garantire un livello di istruzione decente. Inoltre l’edificio di fango non è così resistente da superare indenne la stagione delle piogge che nel Sahel sono poche ma estremamente violente. L’anno scorso diversi mattoni si erano sbriciolati e il tetto si era inclinato, richiedendo costose riparazioni.

L’impegno degli allievi e dei loro genitori non è venuto meno nel tempo e meritano una scuola degna di questo nome, costruita secondo gli standard in uso nel paese e quindi in mattoni di cemento. E occorrono almeno due locali, per garantire un livello di apprendimento degli allievi che consenta loro di continuare eventualmente gli studi e accedere al college di Dakoro, la cittadina più vicina al loro villaggio. Questa è anche l’aspirazione degli anziani del villaggio, che hanno già scelto fra i migliori allievi del corso tre ragazze, perché continuino gli studi.

Si potrebbe pensare che spetta al governo costruire l’edificio adeguato per una scuola pubblica già operante, ma in Niger non è così, soprattutto se si tratta di scuole che si trovano nella zona pastorale, frequentate da allevatori nomadi. Però, una volta che Banganà avrà la scuola in cemento, l’Ispettorato all’istruzione la doterà di banchi. Adesso no, perché dicono che potrebbero rovinarsi.  La costruzione dell’edificio in mattoni di cemento è, come si vede, fondamentale per gli allievi, ed è questo che vogliamo finanziare con un crowdfunding attivo fino al 5 novembre. E per promuove l'iniziativa c'è anche un video girato sulle terrazze di Palazzo Ducale.

Il budget necessario per la costruzione di una scuola in mattoni di cemento con due aule è di 3.000 Euro. Il preventivo è stato fatto da un’impresa artigiana di un vicino villaggio Haussa, la stessa che ha già costruito l’edificio precedente. In questo caso, però, i mattoni dovranno essere acquistati nella vicina cittadina di Dakoro e trasportati fino a Banganà. Il preventivo comprende quindi anche le spese per i mattoni e per il loro trasporto lungo le tre ore di pista sabbiosa che porta a Banganà.

L'iniziativa è promossa da Francesco Sincich, che si presenta cosiì: sono un antropologo per Medici Senza Frontiere (MSF) dal 2003 con numerose missioni di terreno in otto paesi africani e a Malta. Prima frequentavo il Medio Oriente, in particolare la steppa desertica siriana, per conto delle università di Genova e Milano e della FAO. Lì ho avuto i miei primi contatti con una popolazione nomade, i Beduini. Successivamente ho continuato a lavorare con gli allevatori nomadi in diversi contesti durante le missioni di terreno con MSF: Afar in Etiopia e Gibuti, Somali in Somalia, Etiopia e Gibuti e Wodaabe in Niger. Il primo incontro con i Wodaabe risale al 2009, durante una missione MSF su malnutrizione e salute materno-infantile. Lì ho anche scoperto l’efficacia di un messaggio veicolato con immagini in movimento: un cortometraggio sul distanziamento delle nascite rivolto alle mamme di Dakoro, una piccola cittadina nel cuore del Niger, ha prodotto un incremento del 400% nell’utilizzo di metodi anticoncezionali. Ho quindi continuato ad occuparmi di film con l’obiettivo di mostrare e far sentire persone, popolazioni che non trovano spazio o che, quando lo trovano, sono oggetto di stereotipi e cliché colonialisti.

Da quel primo incontro con i Wodaabe, in particolare con le donne che venivano nel nostro centro per le cure, nasce anche il rapporto con il villaggio/accampamento di Banganà. Da lì la creazione della scuola primaria e il suo sostegno tramite l’Associazione Culturale Ghazala di cui sono membro dalla fondazione, nel 2002. Ghazala ha fatto tante altre cose in tutti questi anni, ma l’impegno con questa scuola è quello che è rimasto nel tempo e continua tuttora.

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