Ligabue a Genova con il Made in Italy Tour, biglietti ancora disponibili

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Genova, 25/09/2017.

È stato un attimo. E invece mezza vita. Per l'altra mezza vediamo. I mezzi sogni da mezzi addormentati. Magari li ritwittiamo. Il rock'n'roll puzzava di rivoluzione. Sapeva di aspettative. In un paese che era tutto da rifare. Ma si voleva rifare. [Ligabue - La Vita Facile - Made in Italy].

Dove eravamo rimasti? Lo scorso marzo, Luciano Ligabue annunciava la sospensione del suo Tour per un problema alle corde vocali. Necessaria chirurgia, terapia e riposo per preservare la sua voce ruvida e il suo Rock made in Emilia. E, a poche ore dal doppio concerto, sono ancora disponibili alcuni biglietti (87 euro lunedì 25; da 49 a 87 martedì 26).

Al centro del concerto di Ligabue, che torna a Genova lunedì 25 e martedì 26 settembre 2017 all'RDS Stadium alla Fiumara (ore 21), un disco ambizioso, maturo, che il Liga ha costruito come Concept Album. Made in Italy è un disco che racconta la storia di Rico, un uomo disilluso, che osserva l’Italia e se stesso con amara consapevolezza.

Chissà com'è la vita facile. Chissà quand'è, chissà dov’è. Ce l'ha con me la vita facile- La vita che aspetto. Che so che mi spetta- Dev’esser stata tenuta da parte per me.

Dal finestrino offerto da un viaggio ideale in giro per l’Italia, l’occasione per ritrovare il suo legame con sua moglie, si ascolta un disco che alterna rabbia e speranza, dalla forte connotazione politica. Ligabue, con questo lavoro, non pretende di raccogliere l’eredità di versi amari e di lotta di Guccini, non è un’eredità a cui ambisca, ma decide comunque di raccontare il mondo che attorno attraverso gli occhi di Rico. Musica e impegno come a voler riaprire una questione che negli anni settanta separava i cantautori tra impegnati e poeti.

Dodici tracce nel quale si alterna privato e pubblico, un matrimonio che va in pezzi in un paese che non sta meglio. In questo contesto si inseriscono a meraviglia i singoli che hanno presentato l’album. G come Giungla è un manifesto dal grande impatto tanto per suoni quanto per testi

G come guerra. E giù tutti quanti per terra. Non basta restare al riparo. Chi vuol sopravvivere deve cambiare.

Suono violento e testo che sembra una filastrocca che racconta in modo spietato quanto abbiamo attorno. A testimonianza di quanto il disco di Ligabue sia immerso nella realtà quotidiana basta guardare a pochi metri dal Palazzetto dove il concerto si terrà.

A ponente, ad esempio, non è ancora sedata la tensione all’interno dell’Ilva, poco oltre ci sono gli ex dipendenti H3G, tutelati, ma solo in campagna elettorale. A urne chiuse sono stati trasformati in carne da cannone nel silenzio generale di quella politica fatta di promesse a scadenza come il latte.

Situazione analoga in ogni stazione, in ogni tappa del tour nel quale il Liga racconta di Rico, del suo mondo a pezzi, ma anche di un’Italia che fatica a rialzarsi. In un momento nel quale la canzone popolare italiana è tornata quella del Canta Giro, leggera e pure troppo e senza neppure la ricerca della poesia, Ligabue ha scelto l’impegno sposandolo con un intento romantico, producendo un album che è non privo di difetti, spesso la protesta diventa retorica, ma che in ogni caso si dimostra coraggioso, nuovo.

E anche stavolta. Nessuno che ci ascolta. E anche stavolta. Ognuno i cazzi suoi.

Un disco spietato ma non disperato; in mezzo alla rabbia anche tanta poesia come se in fondo, anche quando l’abisso inizia a fissarti, c’è una luce a cui aggrapparsi.

Non ho dormito. Ma ho visto l'alba. E dentro l'alba. Ho visto te. Stavi dormendo. Come se il mondo. Stesse tranquillo. Così com'è.

A soddisfare la necessaria speranza arriva Made in Italy, la canzone che battezza l’album che racconta di un paese nel quale la bellezza, prepotente, reclama il suo spazio. Una canzone che, solo con il suo incipit, racconta e raccoglie tutta la voglia di vedere questo disco eseguito dal vivo.

Bellissime le cartoline da Bologna e Firenze.

Milano ci accoglie a braccia conserte. Un mezzo sorriso d’Europa. Bologna ha nel cuore una vecchia stazione e canzoni d’amore del dopo. Venezia che affonda, bellezza che abbonda. Abbonda a Torino il mistero. In centro a Firenze una tipa che danza e celebra la primavera.

Ovviamente al centro del concerto non mancheranno i pezzi che hanno fatto la storia trentennale del Rocker di Correggio; canzoni recitate a memoria e che iniziano ad essere patrimonio dei padri da passare ai figli. Un’occasione per una notte di Rock, tra l’Emilia e il mondo, con amore, rabbia, il gusto di ridere cantando della Bambolina e Barracuda, e riascoltare l’adrenalinica Ballando sul Mondo, e quelle canzoni ascoltate e riascoltate mille volte fino alla speranza di ascoltare la preferita per emozionarsi ancora un po’. Il mio concerto sarà l’attesa di ascoltare Leggero, che sarà parere personale, ma è il suo capolavoro.

Mentre Key si sbatte perché le urla la vena
Pensi che sei fortunato
Ti è mancato proprio solo un pelo
E ti vedi con una che fa il tuo stesso giro
E ti senti il diritto di sentirti leggero

Di Francesco Cascione

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