Galata: non solo museo del mare. Un mondo verso il futuro

Genova, 23/06/2017.

«Il Galata Museo del Mare non è solo un museo, ma viaggio, scoperta, storia, avventura»: con queste parole Maria Paola Profumo, presidente del Mu.MA-Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni dalla sua nascita nel 2005, riassume il concept della campagna pronta a traghettare il museo verso il suo avvenire. «È mondo», continua, anche nel segno delle «relazioni nazionali e internazionali che sono state fondamentali soprattutto in questi ultimi cinque anni». ll 2017, infatti, segna la conclusione del mandato iniziato nel 2012 del Consiglio d'Amministrazione del Mu.MA. Un quinquennio che ha visto passare, come il mare su cui si affaccia il museo, onde di progetti che si sono conclusi e altri che hanno ancora un viaggio da compiere.

Come la progettazione del nuovo Museo Nazionale delle Migrazioni, «che è stato scelto - afferma Profumo - dal Ministero dei Beni Culturali per proseguire il nostro lavoro sul tema». Un impegno che affonda le sue radici nel Mem: memoria e migrazioni, spazio espositivo permanente per raccontare chi, a partire dall'800, nelle Americhe cercava qualcosa di più, forse un sogno, una speranza, ma anche chi migra oggi. Un lavoro poi ampliato con Italiano, anch'io. L'immigrazione nell'Italia che cambia. Immigrati ed emigranti: storie di ieri e di oggi che allargano il respiro e non si fermano solo nelle Americhe, ma coinvolgono anche il Mediterraneo e l'Europa. Un progetto - quello del nuovo Museo Nazionale delle Migrazioni - che dovrebbe vedere collegato il Galata al Metelino attraverso una passerella e che, compiuto il suo necessario iter, Profumo auspica di veder realizzato entro il 2020.

Ma il polo di Calata de Mari parla pure di progetti realizzati come la mostra dedicata al transatlantico Andrea Doria diventata allestimento permanente o la realizzazione, nel febbraio 2017, della Sala Amatori, curata dall'Associazione Promotori Musei del Mare, che racconta la storia della marineria dagli anni '60 del 1800 mettendosi in ascolto delle vicende economiche, ma anche umane, delle famiglie di armatori. Tra i progetti ancora in fieri, invece, quello che vede al fianco del Mu.MA Costa Edutaiment per la riprogettazione dell'atrio del bookshop e della caffetteria prevista per l'estate-autunno 2017.

Ma il Mu.MA non fa rima solo Galata Museo del Mare, caratterizzandosi per tre realtà museali di tipo tematico: oltre al Galata Museo del Mare, con il suo Open Air Museum, il Sottomarino Nazario Sauro e le Gru Storiche, vanno ricordati anche il Museo Navale di Pegli, che vede come partner il Cup, «un luogo diventato una vera e propria piazza culturale del ponente cittadino, dove si incontra e dà vita alle proprie iniziative il ricchissimo mondo dell'associazionismo culturale della zona», per usare le parole di Profumo, e il Museoteatro della Commenda di Prè, che vede la collaborazione della Cooperativa Solidarietà e Lavoro, una realtà attenta pure alle persone appartenenti alle fasce deboli, e del Touring Club Italiano che, con l'iniziativa Aperti per voi, il venerdì e il sabato, tiene aperta anche la Chiesa Inferiore.

Un Mu.MA-Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni che guarda, dunque, al suo interno, ma non solo. Come una rete da pesca, fatta di nodi e di intrecci, questi ultimi anni sono stati caratterizzati da un trasferimento di know how della realtà genovese in altre a livello nazionale e internazionale. Ecco allora arrivare la sinergia, per esempio, con «Napoli che vuole costituire un museo del mare e delle migrazioni sulla scia del nostro modello», afferma Profumo, e poi, sempre a livello nazionale, con Torre S. Vittorio di Carloforte, con le miniere di Cogne e il museo emigrazione di Lagopesole vicino a Potenza. Gettando uno sguardo oltre, le relazioni arrivano fino al Camerun, «dove abbiamo rinnovato una sala sulla linea della Sala Tempesta», all'Isla del Rey di Minorca, «che ci ha chiesto una collaborazione per rivisitare quello che era il grande ospedale del '700», e al Sultanato dell'Oman. Sinergie che parlano, sì di un arricchimento dal punto di vista culturale-scientifico, ma permettono anche di ricevere commesse utili per mantenere la sostenibilità economica.

«Siamo orgogliosi del lavoro svolto soprattutto per la qualità riconosciuta dai visitatori, che sono stati oltre 230 mila nei musei del Mu.MA nel 2016 in crescita rispetto all'anno precedente», afferma Profumo che per il futuro auspica «un ulteriore miglioramento, nell'offerta dell'attività didattica e naturalmente nell'offerta museale». Perché le sfide per l'avvenire non si fermano certo, per chiunque sarà chiamato a coglierle. «È importante sottolineare - afferma Pierangelo Campodonico, direttore del Mu.MA - come il museo sia una realtà in cambiamento, un'istituzione, ma pure una macchina culturale, un modello che si sta sviluppando: un'unità produttiva complessa in grado di dare valore aggiunto, generare ricchezza», guardando certamente - mette in evidenza - alla sostenibilità. «Abbiamo ancora delle grandi sfide: la strada è quella di una qualificazione ulteriore, dobbiamo ancora di più entrare in una logica di mobilità, di capacità di adattamento a quelli che sono i bisogni del visitatore che deve essere messo al centro. Nello stesso tempo c'è la missione educativa del museo. Questa sarà la sfida che ci aspetterà. Non sarà semplice, ma rispetto al passato abbiamo buoni punti di partenza».

A indicare la strada, sottolinea il direttore, i nuovi giovani che si stanno preparando per portare il patrimonio dei Beni Culturali nel futuro. E una voce giovane, quella di Carolina Benzi, studentessa universitaria alla Radboud University in Olanda che ha scelto Genova e il Mu.MA per uno stage, si leva per ricordare (e ricordarci) che i «musei non sono un peso, ma una potenzialità, soprattutto ala luce della situazione sociale molto complessa in cui ci troviamo. I musei sono i contenitori della nostra identità che sta cambiando, un potenziale per comprendere chi siamo oggi e di chi potremmo essere domani».

Di FeB

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