La storia dei miei giorni: la vita di una bambina a Sampierdarena

Fabrizio Salvetti - Flickr.com

Genova, 08/06/2017.

Una bambina, il suo quartiere, i suoi amici, il suo crescere attraverso i fatti, gli avvenimenti, la Storia della sua città. Lungo questo filo rosso si dipana il libro La storia dei miei giorni (Angela, volume I), di Clara Negro (HarperCollins edizioni). Negli anni '60 del secolo scorso Sampierdarena è un quartiere decentrato di Genova, abitato da operai, commercianti, piccoli impiegati. Il boom economico e la speculazione edilizia sono in piena espansione e la vita sembra scorrere tra piccoli e grandi problemi.

Angela è una ragazzina di dieci anni che abita in uno dei nuovi palazzi di via dei Landi con i genitori e i nonni. La sua esistenza trascorre tra scuola, giochi e chiacchiere con gli amichetti del rione, soprattutto durante l’estate, con le vacanze estive. Non mancano gli screzi, gli scherzi a volte feroci, le delusioni ma è pur sempre una vita semplice e spensierata. Passano gli anni e la bambina cresce e deve affrontare i problemi della scuola, dei primi turbamenti sentimentali, i primi amori, ma anche le delusioni e le incomprensioni da parte dei genitori, con una madre succube del marito, autoritario e fedifrago, un padre ateo e votato a idee rivoluzionarie e comuniste, una sorella molto più piccola dalla personalità ingombrante.

Anche i rapporti con gli amici del quartiere cambiano, diventano più freddi e superficiali, come spesso accade. Nascono nuove amicizie, nuovi interessi e nuovi traguardi. Angela si è iscritta alla Facoltà di Lingue Moderne dopo la maturità, con ottimi risultati, e intende laurearsi, ma conosce Francesco, un giovane calciatore della Sampdoria che sogna di giocare nel Milan, e dopo un momento di crisi decidono di sposarsi, nonostante le perplessità del padre e dell’amica del cuore. Ora Angela ha vent’anni e nell’arco di dieci anni ha attraversato momenti salienti non solo della sua vita personale, ma anche di quella della sua città: il grande sviluppo economico, la contestazione giovanile studentesca del ’68, l’alluvione del Bisagno nel ’71, tutto con grande partecipazione della protagonista.

Lo stile di questo libro è semplice, lineare, quasi infantile e il racconto scorre via veloce, senza soffermarsi troppo sui piccoli o grandi drammi che accadono. Clara Negro ne fa un racconto leggero, scorrevole, che a tratti può apparire un po' superficiale, ma che tutto sommato è gradevole. Il suo pregio più grande è quello di aver saputo cogliere e raccontare, senza drammatizzare, un pezzo di vita relativamente recente e un tratto di storia molto importante per Genova e per l’Italia, anche se il finale del racconto ha un che di incompiuto e lascia il lettore come in attesa di un seguito, che troviamo in Tracce di me (Angela, volume II).

Clara Negro, genovese, ha studiato presso l’Università di Genova, laureandosi in Lingue Moderne. Per qualche anno ha insegnato inglese e italiano nelle scuole medie e superiori, in seguito ha lavorato come free lance per Fabbri Editori in alcune testate di settore. Nel corso degli anni ha seguito diversi corsi di scrittura creativa a Genova con Officina Letteraria di Emilia Marasco e a Lucca alla Barnabooth di Sebastiano Mondadori. Alcuni suoi racconti sono presenti in tre raccolte antologiche: 15 meno 1 (Zona Franca), Salsicce e rapini (Del Bucchia Editore) e Morte per acqua (Tra Le Righe Libri). Vive a Genova sulle colline di fronte al mare con la figlia minore Camilla e due cani, Artù, sfrenato pastore australiano, e Luna, cacciatrice di libertà.
La storia dei miei giorni (Angela, volume I) può essere letto come un revival. Il libro ha forse tracce autobiografiche, ma senza languori nostalgici e con un pizzico di ironia per quel pezzo di Storia nostrana che molti ricorderanno con affetto e, forse, qualche rimpianto.

Di Maria Pia Amico

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