Elezioni comunali Genova 2017: il centro storico secondo i candidati sindaco

Luca Giarola / mentelocale.it
La Claque - Teatro della Tosse Cerca sulla mappa

Genova, 01/06/2017.

Convocati da Emanuele Conte e Laura Guglielmi, rispettivamente regista e presidente della Fondazione Luzzati Teatro della Tosse e giornalista direttora di mentelocale.it, i candidati sindaco di Genova si sono confrontati mercoledì 31 maggio alla Claque sul centro storico e il suo futuro. Tra le parole chiave emerse dalle singole dichiarazioni, le più trasversali sono state pulizia, sicurezza, movida sana, politiche partecipate.

«C'è stata un'epoca - ha ricordato Conte - dominata da una spinta propulsiva: dall'insediamento del Teatro della Tosse in salita Sant'Agostino all'apertura della Facoltà di Architettura, la città ha a poco a poco guadagnato un centro storico». Ultimo atto sono stati, nel 2006, il riconoscimento dei palazzi dei Rolli come Patrimonio Unesco. Da una decina d'anni, però, si ha la sensazione che il meccanismo si sia inceppato. La recente ordinanza che limita la movida ha creato posizioni conflittuali e grande scontento sia tra i giovani che tra gli esercenti più virtuosi.

Dal dibattito in rete alla discussione collettiva, Laura Guglielmi ha voluto cogliere l'occasione di un post sulla pagina Facebook di Conte, che ironizzava sull'inasprimento di forme di coprifuoco da estendere a macchia d'olio anche in orario diurno «per un ritorno agli anni Ottanta; quelli sì che erano bei tempi con lo spaccio, la prostituzione, la piccola criminalità».

Conte, come Teatro della Tosse, che affianca l'associazione il Ce.Sto nella gestione dei Giardini Luzzati - Spazio Comune, chiede «un rilancio di tutta la zona» e, rivolgendosi ai candidati, pone la sua domanda: «Dai moti si è passati agli slogan. Oggi si è arrivati alle parole, che però vorremmo capire a quale progetto fanno riferimento». Guglielmi sottolinea il valore del recupero della memoria storica: «Con il nostro magazine mentelocale.it abbiamo seguito le realtà del centro storico una ad una, mappato ogni locale ristrutturato e seguito passo passo lo sviluppo vorticoso. Oggi però è vero che manca progettualità, mentre è chiaro il bisogno di proseguire il lavoro fatto».

Con 4 minuti a testa, in rigoroso ordine alfabetico, i candidati hanno raccontato la loro prospettiva rispetto a quanto considerano il centro storico strategico per la città. Parla di «diamante sotterrato» Marco Bucci, candidato sindaco del Centrodestra, ed elenca i tre motivi che lo rendono tale: «È il posto in cui Genova si riconosce dal punto di vista storico culturale, è una risposta all'accoglienza turistica e deve essere un punto di riferimento per tutti i cittadini, inclusi i giovani, che devono poter godere di una sana movida». Secondo Bucci occorre individuare «venti, trenta caruggi principali ed estendere la sicurezza su tutto. L'illegalità deve sparire». E poi aggiunge: «Già nel Settecento si portava l'acqua di mare sulle strade; occorre pulizia». Tra gli altri ingredienti «un'illuminazione completa: dove c'è scuro c'è illegalità», delle politiche fiscali mirate, «specie sugli oneri del suolo pubblico per tutti gli esercenti che aprono» e, tra Prè e via Balbi, «un campus universitario».

«Noi non abbiamo un progetto precostituito - esordisce Marika Cassimatis, candidato sindaco della Lista Cassimatis - non abbiamo ricette pronte, crediamo sia necessario procedere con percorsi partecipati. Sarà necessario riunirsi a un tavolo con operatori, esercenti, residenti, polizia municipale e prefettura, perché devono essere le persone che vivono i problemi a discutere le soluzioni e prendere decisioni. Il tema è molto delicato: si è vissuto di rendita sui Rolli, ma nessun servizio efficiente è stato sviluppato per ampliare l'offerta». A questo proposito Cassimatis porta un esempio: «Le guide turistiche lamentano carenza di servizi igienici in cui portare i turisti in giro per la città. Sembra banale, ma l'amministrazione deve intervenire. I Rolli non sono sufficienti: i 44 palazzi sono sottoutilizzati e ci sono tanti immobili vuoti da valorizzare. Pensiamo a un'ammnistrazione cittadina che si fa mediatore tra varie realtà e negozi per mettere insieme e organizzare un sistema di offerta turistica che sarà una nostra priorità». 

Il candidato sindaco del Centrosinistra, Gianni Crivello, dà per scontato che il centro storico sia «un punto centrale del programma di un'ammnistrazione. È il patrimonio di tutta la città e dobbiamo batterci perché venga riconosciuto come patrimonio paesaggistico dell'Unesco». Seppure riconosca un certo rallentamento, Crivello si dice più ottimista e ricorda il percorso «appena concluso che ha portato al recupero di Palazzo Senarega, sede condivisa da Accademia Ligustica di Belle Arti e Conservatorio Paganini. È vero che bisogna proseguire, e anche di corsa, per esempio intervenendo su Canneto il lungo, su Sottoripa, via dei Giustiniani, via Prè e poi ancora piazza Sarzano e Caricamento: sono tutti luoghi da ripensare, in un ragionamento ampio che includa il water front in cui cito anche il Galata - Museo del Mare, sede del museo delle migrazioni». Soluzioni possibili? «Favorire residenze studentesche, affrontare il tema dell'illuminazione per l'efficientamente energetico e creare una delega sul centro storico. Credo che si debba e si possa ragionevolmente puntare al Museo diffuso. È una priorità».  

«Mi ritrovo completamente - afferma Arcangelo Merella, candidato sindaco della Lista Ge9si - nell'introduzione di Conte e Gugliemi: c'è stato un momento in cui il centro storico è stata una vera e propria passione della giunta, a cui ha contribuito molto il lavore dell'architetto Gabrielli e l'idea di mettere intorno al tavolo elementi che potevano a vario titolo contribuire. Finito quel periodo virtuoso, è iniziata una decadenza senza precedenti. È stato chiuso il Civis, che monitorava un contesto non facile e su cui un'osservazione costante crea la possibilità di mettere mano a ogni inefficienza». Secondo il candidato Merella la priorità si lega a poche parole chiave: «Ordine, legalità e pulizia» per cui «va fatto un lavaggio continuo delle strade; bisogna proseguire il lavoro sulla decompressione delle attività criminali e credo che questo questore si stia muovendo molto bene. Occorre però insistere perché si estendano i comportamenti legali da parte di tutti, non solo per gli spacciatori, ma anche per chi si muove con la macchina tra i vicoli fregandosene delle regole. La decadenza è un problema di metodo, per questo andrebbero sezionate delle aree su cui intervenire con una presenza massiccia delle forze dell'ordine».

In assenza di Marco Mori, candidato sindaco di Riscossa Italia, si è seduto tra i candidati in sua rappresentanza Marco Fazzari, candidato per il consiglio comunale: «Le idee sono tutte buone - ha commentato - noi vorremmo poter dare quella risposta a fronte di un'affermazione ricorrente che è: non ci sono i soldi. La possibilità di avere le risorse è la nostra priorità. Sarebbe riduttivo elencare le problematiche qui e anche difficile fare un elenco preciso. L'impegno che la nostra lista esprime è quello di mettere liquidità per fare una programmazione che possa sistemare le situazioni di degrado».

Luca Pirondini, candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle guarda agli anni Novanta, quando il centro storico «è diventano uno dei posti più interessanti della nostra città. Dalle Colombiadi in avanti c'è stata l'apertura del porto e la riqualificazione di gran parte dell'area con un conseguente incremento sul valore immobiliare e una movida sana. L'ordinanza recente mette tutto sullo stesso piano. L'equilibrio è fragile tra residenti, commercianti e visitatori. Secondo me ci sono diversi tipi di commercianti, chi vende alcol a un Euro non deve essere messo sullo stesso piano di chi fa anche un lavoro di sensibilizzazione e valorizzazione storico-culturale e qui penso alle botteghe storiche e agli artigiani. Si parla di ripopolazione di Genova attraverso i giovani: il programma Erasmus ha questo obiettivo, ma riportare a Genova i giovani e poi chiudere i locali non ha senso. Noi abbiamo un progetto concreto: spostare la Facoltà di Ingegneria all'Hennebique».

Centro storico come luogo di incontro secondo Paolo Putti, candidato sindaco della Lista Chiamami Genova. «Un luogo che accoglie il racconto e la narrazione di questa città. Tutto dipende da che narrazione vogliamo raccogliere, quella di chi ci vive e di chi ha i negozi da tempo, oppure quella di chi ha aperto nuove attività? Vogliamo dare vita a un luogo per gli abitanti che promuova il fare. Un luogo che crei occasioni di conoscenza. Un luogo per chi arriva, e che quindi deve essere pulito. Un luogo che deve essere lo scenario di una narrazione capace di raccontarsi nella quotidianità, altrimenti resteremo una città chiusa, restia nell'offrire e nell'offrirsi, lasciando solo spazio a paura e diffidenza».

Alla fase introduttiva sono seguiti alcuni brevi interventi da parte del pubblico in sala. In particolare, alcuni gruppi di cittadinanza attiva hanno portato all'attenzione dei candidati sindaco di Genova il lavoro svolto fino ad oggi e alcune emergenze da affrontare. Tra gli intervenuti, Matteo Zeta, rappresentante Confesercenti e Civ Sarzano, sul tema dell'«evidente degrado» e la necessità di «riprendere il regolamento per far uscire il centro storico dalla definizione di ghetto. Ammassare regole senza progettualità rischia però di soffocare le varie attività. Quale ricetta per garantire la diversità e monitorare sugli esercizi predatori, cosa pensate dei Patti d'area?». Il Comitato genitori della Scuola Don Gallo - Garaventa - Baliano di piazza delle Erbe chiede la fine di quello che viene definito «il cantiere infinito», perché la scuola possa «essere riempita e accogliere altri studenti di altre zone della città». Il comitato sollecita anche una migliore gestione degli spazi della scuola, dal momento che attualmente alcuni di questi sono dati in gestione esterna a privati il che limita l'accesso ad alcuni locali.

«Di domande non ne ho - afferma una voce femminile, in rappresentanza del Gruppo Donne di San Bernardo -, ma le risposte mi sembrano sempre le stesse: polizia e pulizia, alleanza tra cittadini, commercianti e ragazzi. Noi, Gruppo Donne di San Bernardo, è dal '97 che siamo attive e che abbiamo fatto incontri con tutte le giunte, perché siamo tutte cresciute nella partecipazione, ma non abbiamo ottenuto quello che fino ad ora è stato elencato».

In chiusura, Marco Montoli, presidente del Ce.sto e Giardini Luzzati ha offerto un commento-osservazione: «Esistono rappresentazioni schizofreniche del nostro centro storico; c'è chi lo apprezza così com'è e chi vede solo degrado. Chiediamo una visione sulla città e sul centro storico. Non è la stessa cosa parlare di turismo in generale e di quello che è compatibile e armonioso con chi è residente. Ripopolare positivamente il centro storico è necessario. I bambini sono scappati, noi abbiamo cercato di riportarceli. Esempi ce ne sono tanti in Europa e nel mondo - da Barcellona a Bilbao - ma ci sono anche tante forme di innovazione che vanno valorizzate insieme alle iniziative dei cittadini. Con la vita e la socialità si costruisce sicurezza invece che con i controlli e la polizia». Otello Parodi, invece, lancia un'esortazione: «Dovreste venire a fare un giro per il centro storico: ci sono posti che fanno angoscia. E poi avrei una domanda: perché nella nuova scuola di piazza delle Erbe c'è un ascensore per un solo piano?». Ovviamente nessuno ha potuto offrire risposte esaustive, ma forse queste domande hanno il diritto di circolare e restare come nuova memoria su cui attivarsi. 

Di Laura Santini

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