Premio Rapallo Carige 2017: le finaliste sono Cereda, Ibrahimi e Verasani

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Genova, 30/05/2017.

Paola Cereda con Confessioni audaci di un ballerino di liscio (Baldini & Castoldi), Anilda Ibrahimi con Il tuo nome è una promessa (Einaudi) e Grazia Verasani con Lettera a Dina (Giunti) sono le finaliste della 33esima edizione del Premio Letterario Nazionale per la Donna Scrittrice Rapallo Carige, promosso dal Comune di Rapallo e dalla Banca Carige. La scelta della terna, tra le settantuno opere in concorso, è stata effettuata dalla giuria dei critici composta da: Leone Piccioni (presidente onorario), Elvio Guagnini (presidente), Maria Pia Ammirati, Mario Baudino, Francesco De Nicola, Chiara Gamberale, Luigi Mascheroni, Ermanno Paccagnini, Mirella Serri e Pier Antonio Zannoni (coordinatore responsabile del Premio) .

La stessa giuria ha assegnato il Premio Opera Prima a Valentina Farinaccio per il romanzo La strada del ritorno è sempre più corta (Mondadori) e il Premio Speciale della Giuria, intitolato ad Anna Maria Ortese, a Camilla Salvago Raggi, presente al Premio con il volume Volevo morire a vent’anni (Edizioni Lindau). Le tre opere finaliste, ai fini dell’assegnazione del premio principale, saranno votate congiuntamente dalla giuria dei critici e dalla giuria popolare nel corso della cerimonia conclusiva, che si svolgerà a Rapallo sabato 22 luglio, alle ore 21, sul lungomare Vittorio Veneto.

Alla cerimonia, oltre alle scrittrici premiate, interverranno esponenti della cultura e del mondo dello spettacolo. Di seguito vengono riportate le motivazioni.

Paola Cereda: Confessioni audaci di un ballerino di liscio (Milano, Baldini & Castoldi, 2017). Una vecchia balera, nel cuore del Polesine, tra acque e nebbie, allegrie, nostalgia, e soprattutto le donne di uno straordinario ballerino di liscio. Musica e ricordi allacciano in un grande ballo personaggi, amori, confessioni e misteri: il tutto raccontato con uno stile originale, leggero, umoristico, ma mai sopra le righe, e che sa andare a tempo anche con il tono drammatico. Un libro divertente e ingengoso che si inserisce sulla linea padana di Zavattini e Malerba, rinnovata con pathos e personalità.

Anilda Ibrahimi: Il tuo nome è una promessa (Torino, Einaudi, 2017). Un libro impegnativo e avvincente, che intreccia le vicende della protagonista e della sua famiglia di ebrei in fuga dalla Germania delle persecuzioni razziali alla Tirana di re Zog, con i drammatici eventi: della deportazione a Dachau, del rientro in Albania, della vita - in questo Paese – negli anni del regime comunista, fino alla sua caduta. E' anche il racconto intenso della dispersione della famiglia e della ricerca – condotta da Rebecca – sui destini dei suoi familiari, per ricomporne la storia, e sulla propria vita privata e sentimentale.

Grazia Verasani: Lettera a Dina (Firenze, Giunti, 2016). Incontrarsi, conoscersi, legarsi con un rapporto amicale travolgente. E poi perdersi. È quanto accade a Dina dal giorno in cui entra nella classe secondo H di una Bologna anni '70 e si siede nel banco vicino a una compagna che ha tutto per risultarle indifferente, se non ostile. Perchè sono due mondi diversi – per ceto, cultura, ideali politici – che si incontrano. E si stringono. Sarà la crescita a separarle per trentasette anni, sino al casuale reincontro grazie a una canzone da entrambe a suo tempo amata. Da cui nasce la necessità di ripercorrere in forma di lettera a Dina da parte dell'amica di un tempo due destini fatti di passioni, sogni, utopie, che, anziché dividere, hanno saputo lavorare dentro due anime in costante ricerca dell'altro. E dove la musicalità non è solo presenza di autori e canzoni, ma la nota di cui Grazia Verasani sa intridere questo romanzo, che segna una novità nella sua produzione narrativa.

Premio Opera Prima a Valentina Farinaccio: La strada del ritorno è sempre più corta (Milano, Mondadori, 2016). Con un linguaggio sperimentale e mai ovvio, l'autrice racconta il ritorno di una trentenne di successo che si immerge nelle radici di una identità prima rifiutata e poi riscoperta, in un viaggio a ritroso verso la famiglia, l'infanzia, il Molise aspro e mitologico. La strada del ritorno è sempre più corta è un romanzo vibrante di necessità, che rivela una nuova, potente voce di scrittrice.

Premio Speciale della Giuria a Camilla Salvago Raggi: Volevo morire a vent'anni (Torino, Edizioni Lindau, 2017). In questo agile libro, l'autrice ripercorre con leggerezza ed ironia una carriera letteraria lunga oltre mezzo secolo, punteggiata da romanzi di grande successo (come Prima del fuoco, vincitore del Premio Per la Donna Scrittrice Rapallo – Carige nel 1993) ed a incontri con protagonisti della vita culturale italiana (dal marito Marcello Venturi, a Elio Vittorini, a Raffaele Crovi); scritto con la consueta limpidezza di stile e con grande onestà intellettuale, il libro ha ottenuto l'unanime consenso della giuria per l'assegnazione del Premio di sua spettanza.

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