Fiorella Mannoia in concerto a Genova: ecco come è andata al Carlo Felice

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Genova, 29/05/2017.

Una fine settimana talmente ricco di immagini e parole - da quelle di Papa Francesco sotto il sole genovese al saluto di Totti al calcio, passando per la doppietta Rossa a Montecarlo dopo sedici anni - che lasciare che a chiuderlo fossero la voce e la musica di Fiorella Mannoia non è stata solo una scelta, ma una necessità. Il Combattente Tour torna a Genova a poco più di un mese dall’ultimo concerto e accende  - di nuovo - il Teatro Carlo Felice.

Fiorella Mannoia inizia con l’omaggio a Ivano Fossati per poi fare un tuffo nel passato, viaggiando fino al 1981 e a Caffè nero bollente. Mentre sullo schermo alle spalle della cantante scorrono immagini che danno colore alle parole che canta, Fiorella Mannoia sottolinea con orgoglio il suo essere interprete: «È solo qualche anno che scrivo canzoni – racconta dal palco –, ma ho sempre sentito mie tutte quelle che ho interpretato».

In caso ci fossero dubbi, basta ascoltare la sua Sally, la meravigliosa canzone che sembra quasi che Vasco abbia scritto apposta per Fiorella Mannoia, per comprendere come le canzoni che arrivano al cospetto della sua chioma rossa diventano qualcosa di diverso, di nuovo: belle come le originali - in concerto passa anche La Cura, di Franco Battiato - , ma allo stesso tempo nuove, come se l’aggiunta di una sensibilità tutta femminile, materna, siano l’ingrediente in grado di elevarle ancora un po'. «Combattente è chi fa oggi quello che serve per cambiare il mondo, perché la vita è troppo breve», racconta Alex Zanardi in un video che lancia le canzoni dell’ultimo disco: «Essere combattente oggi – fa eco Gino Strada - è non smettere mai di indignarsi per le ingiustizie».

Mentre sgrana le canzoni resta alto il rapporto tra Fiorella Mannoia e il suo pubblico, che risponde con applausi, emozionandosi ed emozionandola; come quando regala una sentita standing ovation a Che sia Benedetta, la canzone con la quale è arrivata a un soffio dalla vittoria del Festival di Sanremo 2017. «Se non fosse stato per quella maledetta scimmia», scherza dal palco riferendosi a Occidentali's Karma di Francesco Gabbani, che si è classificata al primo posto.

Vecchie e nuove canzoni, in cui emergono con prepotenza tematiche al femminile, «perché parlare di donne non è stata una scelta, ma una necessità». Non manca il momento nel quale le sedie stanno strette, costringendo il pubblico a riversarsi verso il palco, anche se la sorpresa arriva alla fine, quando partono le note de Il cielo di IrlandaComincia la canzone ed è il palco a diventare stretto. Fiorella rompe la parete invisibile che divide l’artista dal pubblico e canta passeggiando in sala, tra le poltrone, godendosi appieno l’affetto, tra strette di mano e selfie del pubblico, regalando un momento di metateatro nel quale lo spettacolo scende in platea e la platea diventa palcoscenico.

Applausi, commozione: «Grazie Genova», grida Mannoia, e sipario che si chiude su un fine settimana ricco di cose da raccontare e su un concerto che rimane nelle orecchie e nei cuori anche quando ormai la musica è finita.

Di Francesco Cascione

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