Il Teatro Cargo è alla deriva? Intanto arriva La duchessa di Galliera

Francesca Gazzolo
Teatro Villa Duchessa di Galliera - Voltri Cerca sulla mappa

Genova, 24/05/2017.

Un nuovo testo teatrale. Una nuova produzione al debutto sabato 27 maggio 2017, La duchessa di Galliera, al Teatro di Villa Duchessa di Galliera. Un piccolo volume con due drammaturgie strettamente correlate a firma di Laura Sicignano (oltre al nuovo lavoro, anche La regina, 2002e un breve saggio sulla storia e il restauro del Teatro di Villa Duchessa di Galliera a cura di Stefano Meriana responsabile, insieme a Maria Luisa Carlini per CoArt, degli interventi di recupero.

Un buon numero di buone notizie, insomma, si associano alla realtà del Teatro Cargo e alla sua direttrice artistica e regista, Laura Sicignano. Eppure c'è un però, e bello grande anche. La Fondazione Compagnia di San Paolo, che per ben 15 anni ha sempre sostenuto l'attività teatrale del Teatro del Ponente, di anno in anno aumentando un po' il proprio contributo, ha ridotto di venticinque mila euro il contributo proprio in vista della prossima stagione (2017-2018) e in un periodo di alta produttività: Sicignano è al momento impegnata anche su altre due produzioni per l'estate: Andy Warhol superstar, al Festival Asti Teatro, il 2 luglio e, il 6 agosto, Vivo in una giungla dormo sulle spine al Festival di Borgio Verezzi. Il taglio è drastico: si passa dai 60mila euro dello scorso anno ai 35mila attuali.

In verità, Cargo non è l'unica realtà ligure che sul bando Performing Arts si è vista decurtare e di parecchio il proprio contributo. Apriamo una piccola parentesi per segnalare chi altri s'è visto azzerato il sostegno: svaniti i 40mila euro destinati lo scorso anno a Lunaria Teatro così come i 30mila del Festival Andersen, quest'anno alla ventesima edizione. D'altra parte, entrano nel sistema di finanziamento altre realtà: l'associazione Amici di Paganini (+25mila euro), Strade del suono (+17mila), rassegna di musica contemporanea curata da Eutopia Ensemble in residenza al Teatro della Tosse e il Teatro Sociale di Camogli (+40 mila euro). Piccoli aggiustamenti, in più e in meno, sui contributi ad altre realtà liguri rispetto all'anno scorso: meno 5mila a Sant'Ambrogio Musica, più 3mila a Chance Eventi Suq, più 5mila a Sarabanda Circumnavigando Festival, più 3mila a Collegium Pro Musica, così come alla compagnia spezzina Gli scarti. C'è da dire che il nostro territorio riesce comunque a mantenere alti i contributi provenienti dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, mentre molto penalizzate ne escono le realtà del Comune di Torino in tutto si registra un meno 270mila euro.

Gli ultimi due anni per il Cargo non sono stati semplici. Piuttosto in affanno già nel 2014, è entrato in una condizione decisamente critica nel 2015 quando, a inizio stagione (ottobre 2015), si è visto chiudere il teatro per lavori di messa in sicurezza. Stallo da cui si è salvato solo grazie al trasferimento della stagione presso il Teatro di Villa Duchessa di Galliera (in gestione dal 2010), un gioiellino, ma nettamente più piccolo per capienza di pubblico e inadatto per alcuni spettacoli già in cartellone. Fatto sta che, nella stagione ormai in chiusura (2016-2017), il Cargo è riuscito a riportare quasi del tutto in pari  il bilancio, incrementando la propria attività al netto delle risorse disponibili, senza intaccare la propria offerta. Tant'è vero che i numeri relativi al pubblico sono incoraggianti, visto che non si sono solo riconfermate le presenze a monte della chiusura, ma c'è stata un piccola crescita. 

Parole di sostegno, ferme, arrivano dal Comune di Genova, attraverso l'assessora alla cultura Carla Sibilla: «Sicignano rappresenta uno dei tasselli della crescita e della tenacia del settore teatrale a Genova. Al momento, stiamo correndo per mettere a punto delle strategie a supporto di Teatro Cargo». Solidale anche la Regione Liguria che, nelle parole di Ilaria Cavo, assessora alla cultura e al turismo, conferma l'interesse per il lavoro di Sicignano dopo il sostegno allo spettacolo sul trenino di Casella (Donne in guerra) anche per la nuova produzione: «Sarà tra i grandi eventi della Regione Liguria come lo scorso anno, perché rientra in un'ottica di valorizzazione del patrimonio in chiave di arricchimento culturale». L'impegno c'è anche sulla situazione critica: «come istituzioni ci possiamo mettere in campo per attivare sponsorizzazioni private». 

Ma il Teatro Cargo è alla deriva? Laura Sicignano non fa mistero della situazione e, seppur rassicurata dagli impegni dimostrati dagli enti locali, citando Gabriele Vacis lamenta con certa amarezza «la scarsa presa di responsabilità della generazione precedent,e che ha lasciato a se stessa la generazione successiva, in un mancato passaggio del testimone». Vacis, che è intervenuto all'interno del convegno Ivrea50. Cinquantanni di Nuovo Teatro, organizzato all'interno di Testimonianze Ricerca Azioni di Teatro Akropolis, ha menzionato le 15 compagnie, tra cui figurava anche il Cargo, «su cui anni fa il Ministero aveva deciso di investire. La fortuna di queste compagnie è però stata molto varia. Ai tempi, ricordo, noi eravamo gli unici a non avere un tutor, cioè un soggetto istituzione che garantisse per noi, era obbligatorio da bando, ma nessuno volle prendersi questa responsabilità. Passammo lo stesso. Gli altri, però, per esempio in Emilia Romagna, ebbero il sostegno di Ert e del loro direttore artistico Pietro Valenti». 

Toni decisamente più armoniosi sull'aspetto artistico-progettuale. «Questo primo libretto (autoprodotto, ndr) inaugura una collana di testi teatrali messi in scena dal Cargo. Questo è l'ultimo in ordine di tempo ed è dedicato alla Anna Pieri e a Maria Brignole, nonna e nipote. Fu Pieri la fondatrice e animatrice del teatrino di Villa Duchessa di Galliera. L'anno prossimo sarà il centenario dalla morte della Duchessa, un personaggio più spinoso, forse». In un intreccio tra secoli, la storia sembra mettere secoli molto distanti l'uno accanto all'altro: settecento, ottocento e il nostro contemporaneo. «Queste due donne hanno segnato la vita politica della città e il suo futuro».

La storia con la S maiuscola si accosta virtuosamente seppure dolorasamente a quella con la s minuscola perciò, sottolinea Sicignano: «Questo non è solo uno spettacolo storico, ma è anche un lavoro sulle relazioni umane, è la storia di Maria Brignole Sale e dei suoi figli. Il primo genito, Andrea, adorato, morì adolescente, un dolore da cui la Duchessa non si liberò e che la portò a rifiutare il secondo figlio, Filippo. Questi a un certo punto se ne andò, rifiutò la famiglia, e si fece adottare da un austriaco. Un evento familiare drammatico che fu la fortuna di Genova. I coniugi infatti donarono tutte le loro ricchezze alla città: da Palazzo Rosso e Palazzo Bianco che divennero nucleo dei Musei Civici incluse le opere, dagli ospedali alla villa di Voltri fino alle tante altre proprietà tra cui Voltaggio e tre moli del porto di Genova. La loro beneficenza si rivolse anche alle giovinette povere». Una sorta di romanzo storico dunque in scena o almeno una parte di esso, tutti i fatti sono realmente accaduti infatti, unico elemento di finzione è proprio la voce narrante: Maria. «Una cameriera devotissima ed esperta di giardinaggio. Una specie di strega o medichessa, che racconta restituendo senso anche alle grandi sofferenze intime della vita. Uno spettacolo piccolo che spero dia un senso di armonia e arricchimento» conclude Sicignano.

Anna Paola Bardelloni, attrice italo-uruguaiana spesso in tournée in sudamerica, ne è interprete su una scena costruita da due giovani studentesse dell'Accademia Ligustica, Carolina Tonini e Francesca Mazzarello, che hanno curato e realizzato anche il costume. «Un progetto di collaborazione affascinante quello avviato con l'Accademia Ligustica e il Conservatorio Paganini iniziato con lo spettacolo sulla Shoa, Tra i vivi non ci posso più stare.  Consente a noi di confontarci con giovanissimi artisti e dà loro l'opportunità di mettersi alla prova e firmare le scene e i costumi come in questo caso. Luca Serra firma suoni e luci, viene dal Conservatorio, ormai è un maestro diplomato in musica elettronica».

E il teatrino? Questa volta la parola passa a Stefano Meriana: «Il progetto di restauro è partito nel 2007 quando il teatro era uno spazio dismesso, usato come magazzino, le cui pareti recavano danni significativi. Abbiamo colto all'epoca, su sollecitazione di Laura Sicignano, l'occasione di un bando della Compagnia di San Paolo sui teatri storici. Il progetto fu tanto convincente che si aggiudicò  anche il finanziamento del Comune di Genova. L'intervento era piuttosto importante perché si voleva restituire piena dignità di teatro agli ambienti. Il cantiere durò due anni. In particolare ci siamo occupati degli dipinti sulle pareti, realizzati in epoca neoclassica da artisti locali, non però con la comune tecnica dell'affresco ma a secco. Anna Pieri, lei stessa anima del luogo, voleva che questo diventasse un padiglione di gusto francese. Il teatro aveva anche piccole raffinatezze, era diviso in due ambienti. Ancora oggi si nota una piccola esedra, con spazio delimitato, probabilmente per i musicisti in occasione di concerti da camera. Sulle pareti in questa zona abbiamo trovato tracce di balaustre che testimoniano un altro ingresso per gli artisti. Tra le altre curiosità anche alcuni strumenti teatrali, come la macchina per fare i tuoni: una specie di carretto, con pietre che, trascinato su dei binari, produceva effetti sonori. Il restauro ha dunque rappresentato anche un'interessante occasione di studio su uno spazio privato ma destinato a eventi spettacolari».

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@ Teatro Villa Duchessa di Galliera - Voltri, Genova
27-28 maggio - 3-4, 10-11, 17- 18 giugno 2017
(sabato ore 20.30 / domenica 19.30) 

La duchessa di Galliera
testo e regia Laura Sicignano
con Annapaola Bardeloni
scena e costume Francesca Mazzarello e Carolina Tonini
luci e suoni Luca Serra

Di Laura Santini

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