Assefa: volontariato in India. Un incontro a Genova

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Per informazioni sulle associazioni di volontariato di Genova contattate il Celivo al numero 010 5956815.

Genova, 15/05/2017.

L'associazione Assefa (Association For Sarva Seva Farms) è attiva a Genova, nella sede di Galleria Mazzini 7/5, ormai dal 1984. I volontari operano in India sostenendo piccole comunità contadine povere ed emarginate. L'azione dei volontari e degli operatori è volta soprattutto a difendere i bambini, che spesso sono costretti a lavorare nelle fabbriche di fiammiferi e di fuochi d'artificio, e le donne, anemiche e sottopeso: quando devono partorire, non ci sono le condizioni igieniche per farlo. I volontari sostengono i loro partner indiani dall’Italia.

I progetti sono tanti, e per portarli avanti c'è bisogno dell'aiuto di tutti. I volontari indiani hanno già costruito e aperto una scuola; le attività non sono rivolte solo ai più piccoli, ma anche alle donne, che frequentano gruppi di auto aiuto.

Venerdì 19 maggio, ore 17, a Genova, Palazzo Tursi (Sala di rappresentanza), Assefa organizza con il Celso - Istituto di Studi Orientali, l'incontro con Shri Loganathan, co-fondatore e direttore dell'associazione. La giornata è patrocinata dal Comune di Genova. Loganathan racconterà la sua storia e le molte iniziative che hanno aiutato così tante persone India a costruirsi una vita migliore.

«Era il 1968 quando Loganathan e Giovanni Ermiglia, che portò un microcredito nel Paese, hanno iniziato a collaborare in India per aiutare i contadini, che vivevano in una grave situazione di povertà», spiega Itala Ricaldone, presidente di Assefa, che continua: «Allora Loganathan era uno studente di economia, ma riuscì a fare molto per cambiare le cose. La sua idea di auto sviluppo ha raggiunto moltissime persone. È nata così Assefa, che in India è diventata una Ong nazionale, raggiungendo molti obiettivi: Loganathan ha creato delle filiere, ha aiutato le donne a rendersi indipendenti e a comprare una casa grazie al microcredito. Le bambine possono frequentare la scuola e agli studenti viene insegnato ad essere responsabili della propria salute».

Di Francesca Baroncelli

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