Mindfulness: ritiro di primavera. Cambiare vita è possibile

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Genova, 13/04/2017.

Un ciliegio ha paura di fiorire?
Solo chi ha la forza di scrivere la parola fine può scrivere la parola inizio
 - Lao Tzu -

Siamo da pochi giorni entrati nella primavera. Abbiamo già sentito l’allungarsi delle ore di sole, le prime fioriture, i raggi più caldi del sole, le prime passeggiate in spiaggia. Amiamo la primavera perché è una promessa rispetto all’inizio di qualcosa di nuovo. Una promessa di quello che potremo fare nelle vacanze e forse un anticipo di vacanze.

Amiamo la primavera perché ci fa lasciare alle spalle il peso del freddo inverno e ci ricorda che è sempre possibile cambiare. Che è sempre possibile iniziare qualcosa di nuovo e lasciar andare qualcosa di vecchio.

Per iniziare qualcosa di nuovo abbiamo bisogno di lasciar andare qualcosa di vecchio: di concluderlo o di accettare che quello che era possibile è già stato fatto. Può darsi che non sia esattamente quello che volevamo, ma se non lo lasciamo andare ci sarà molto difficile avere le energie per aprirci alla novità. Questa è una delle ragioni che rende il cambiamento difficile e una delle spinte che la primavera sollecita.

Cosa ci insegna la primavera sul cambiamento? Il cambiamento della primavera è una piccola sorpresa: bastano pochi giorni e quello che sembrava fermo prende vita e fiorisce quasi improvvisamente. Spesso il cambiamento è così: ci coglie alla sprovvista quando non siamo stati noi a deciderlo.

Ciò che cresce porta nuova energia e richiede tutta la nostra attenzione e vitalità. Per questa ragione, a volte, la primavera può essere anche una stagione difficile: improvvisi sbalzi d’umore, la pigrizia che si alterna all'energia. 

Se cambiare quando non dipende da noi può esser facile e avventuroso, quando siamo noi a dover decidere qualcosa può diventare insolitamente difficile. Un ciliegio non ha paura di fiorire. Noi sì.

L'idea di rimandare sembra la soluzione più semplice, ma il letargo prolungato rischia di farci perdere vitalità. In questi casi il sentimento dominante diventa la paura e abbiamo bisogno di alcuni riti di passaggio per superarla: affrontare noi stessi allo specchio; riconoscere le nostre risorse; trasformare la pigrizia in azione.

A volte abbiamo paura di guardarci allo specchio, ma in questo modo perdiamo la possibilità di scoprire chi siamo davvero. Affrontare noi stessi è un’esperienza che ci restituisce un’immagine migliore di quella che pensavamo.

Quando ci affrontiamo con onestà scopriamo quali sono le nostre vere risorse. Non dobbiamo buttarci a caso in qualcosa di nuovo, ma scoprire che cosa desideriamo davvero.

Quando vogliamo favorire il cambiamento abbiamo bisogno di riti di passaggio. Un ritiro di meditazione ha proprio questa funzione: lasciare i nostri luoghi abituali per andare in un luogo altro, dove, con un gruppo di persone che condividono la nostra stessa esperienza, ci isoliamo per poi tornare, diversi, a una nuova aggregazione. Quella del nostro quotidiano.

Iniziare qualcosa di nuovo ci rende grandi. Indipendentemente da cosa iniziamo. Perché dichiariamo che siamo in grado di creare una novità, una discontinuità con il passato. Non permettiamo che la paura di vivere ci tolga questa opportunità!

La paura di vivere è quello spavento che ci coglie ogni volta che ci troviamo di fronte a qualcosa che ci rende grandi. È la paura di crescere e diventare chi siamo veramente. Vuol dire realizzare noi stessi, compiere quell’impresa che rende più significativa la nostra vita e che ci permette di sentirci vivi e padroni di sé, per essere in grado di sorridere alla paura.

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