Henri Cartier-Bresson: la mostra a Genova

Mikael Moreira - Flickr.com

Genova, 10/03/2017.

«La fotografia è un impulso spontaneo che viene da un occhio sempre attento, che cattura il momento e la sua eternità». In poche parole Henri Cartier-Bresson racconta se stesso e la sua arte.

Fotografo, giornalista, reporter. Ebbe una vita e una carriera lunghissime - smise di fotografare a 70 anni e morì a 94 -; le sue foto, diventate vere e proprie icone, sono state tutte scattate con la sua Leica e un solo obiettivo, che quello gli bastava.

Tutto un altro modo di essere fotografo. Cartier-Bresson restava fermo per ore, nervosamente, davanti allo sfondo che aveva scelto per la sua foto. E aspettava. Aspettava che davanti a quello sfondo succedesse qualcosa. Quel qualcosa, che lui riusciva a cogliere in pochi scatti, ha portato alla creazione di foto come Derrière la Gare Saint-Lazare (Dietro la stazione di Saint-Lazare), realizzata a Parigi nel 1932.

In questa immagine, una delle prime realizzate dal fotografo francese, allora giovanissimo, un uomo salta su una pozzanghera. Cartier-Bresson lo coglie in volo e noi osservatori ci chiediamo: cosa sarà accaduto prima? E dopo? Non lo sapremo mai, ed ecco il fascino di una fotografia che ha fatto la storia e che oggi è diventata anche l'immagine simbolo della mostra Henri Cartier-Bresson fotografo, visitabile a Genova (Palazzo Ducale, Loggia degli Abati) da sabato 11 marzo a domenica 11 giugno 2017.

L'esposizione è figlia di un libro. La selezione di immagini è stata curata da Robert Delpire e realizzata in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson, istituzione nata nel 2003, e con Magnum Photos, l'agenzia fondata dal fotografo nel 1947 insieme al suo grande amico Robert Capa, e che nel 2017 compie 70 anni.

La mostra è curata da Denis Curti, che racconta: «Il libro che raccoglie le immagini scelte per la mostra genovese segue un percorso emotivo, senza uno story telling. Per la mostra abbiamo preferito un percorso geografico, che ci accompagnerà nei luoghi in cui l'artista ha realizzato i suoi scatti».

Conclude Curti: «Cartier-Bresson era un fotografo umanista, sempre rispettoso di chi gli stava di fronte. Sapeva che la fotografia non dice la verità: questo era uno dei suoi mantra. Le sue foto pongono domande, ma non danno mai risposte».

Di Francesca Baroncelli

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