L'elisir d'amore di Luzzati e Crivelli al Carlo Felice

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Genova, 07/03/2017.

Con il suo vissuto a carattere enciclopedico, il maestro Filippo Crivelli, mentre è in prova con L'elisir d'amore per riportarlo ancora una volta in scena al Teatro Carlo Felice di Genova, ripercorre quasi tutta la sua carriera. Dal suo esordio, a metà anni Cinquanta, come assistente di Tatiana Pavlova al Teatro alla Scala, fino alla ripresa più recente nel 2014.

Fu proprio Pavlova il tramite per un sodalizio con Lele Luzzati, che durò tutta una vita. «Eravamo bambini quando ci siamo conosciuti. Era il 1954 e io ero un giovanissimo assistente alla Scala di Tatiana Pavlova. Un giorno - mi dava del lei (come si usava un tempo) - Pavlova mi disse: Deve andare a Genova per lavorare con un giovane pittore che mi è stato segnalato. Doveva mettere in scena Mefistofele di Boito a Firenze. Così andammo a incontrare Luzzati. Era giovanissimo, me lo ricordo benissimo. Era già un grande, Luzzati, con segni diversi, magari, ma indubbiamente lui. Aveva già lavorato con Alessandro Fernsen, per questo era stato segnalato».

Con questa ripresa, dal 19 al 28 marzo 2017, il Carlo Felice partecipa attivamente alle celebrazioni intorno al decennale dalla morte dello scenografo genovese, scomparso il 26 gennaio 2007. «È un dovere oltre che un piacere - afferma il sovrintendente Maurizio Roi. Vogliamo che L'elisir d'amore sia un piccolo avvenimento per Genova. A dieci anni dalla morte di Luzzati, lo merita l'opera e lo meritano i protagonisti».

Un serie di eventi collaterali alla messa in scena puntano a raccogliere le forze di tanti che con Luzzati hanno collaborato, ma per moltiplicare le occasioni in modo più capillare. Le arie dell'opera in due atti di Gaetano Donizetti sono «già diffuse da ieri (6 marzo, ndr) come colonna sonora in via Garibaldi grazie alla collaborazione con il CIV La Meridiana. Ci saranno piccoli giochi con Luigi Di Maio e in collaborazione con la Scala stiamo cercando di avere alcuni costumi storici», aggiunge Roi. Altri eventi in programma includono una collaborazione con l'associazione La Lanterna, un incontro con il maestro Crivelli e gli artisti alla Feltrinelli lunedì 13 marzo, la prova generale di venerdì 17 marzo (ore 15.30), riservata agli studenti delle scuole, i laboratori creativi a cura del Museo Luzzati Costruire un boccascena a tema Luzzati.

Nel sodalizio tra Crivelli e Luzzati non ci sono state solo produzioni liriche, ma anche prosa e musical. «Dopo quella prima volta - prosegue Crivelli - sono tornato varie volte a Genova, quando ero assistente di Zeffirelli. Ho fatto una Carmen nel Carlo Felice, intendo la vecchia sede, c'era Pizzi come scenografo e i costumi erano di Danilo Donati. All'epoca avevo ritrovato Lele alla Borsa di Arlecchino. Fino alle ultime cose, La zia di Carlo di Brandon Thomas con Beppe Barra nella riduzione di Vincenzo Salemme, in stile vittoriano, per cui Lele face una scenografia nobile. Eravamo simili, ci scambiavamo idee che poi venivano miracolosamente realizzate. La presenza dell'albero ne L'elisir d'amore sono stato il primo a riproporla pensando alle scenografie di Alessandro Sanquirico: un grande albero come punto di riferimento. Lo dissi a Lele e lui approvò. Prima, ne avevo fatto uno come assistente per Zeffirelli, ricalcando un altro tipo di Sanquirico, in quel elisir debuttò il soprano Eugenia Ratti. L'albero è sempre stato un tema dominante. L'idea era di partire dal vuoto, una sedia a dondola vuota. Poi, come in un racconto che nasce e si sviluppa, quel vuoto piano piano si riempì con un amore contrastato. Sono arrivato a 89 anni e sono felicissimo che ci sia questo ritorno».

«Per noi questo decennale è un punto di partenza per tante iniziative, perché Luzzati diventi un ambasciatore dei tanti linguaggi che lo hanno reso artista ad ampio spettro. Bello poter ritrovare uno spettacolo che ci ha dato grandi emozioni - dice Sergio Noberini - direttore del Museo Luzzati. E bello ritrovare Crivelli che un po' di tempo fa, in un incontro a Milano, ci ha inondato di idee, spronato con tanti stimoli a non fermarci rispetto al patrimonio di Luzzati. Tra i vari lavori in cantiere: c'è un progetto inedito sui personaggi femminili di Lele, con un nucleo di opere dedicato alle Dodici Cenerentole, da Ionesco a Beckett, su testi di Rita Cirio, che forse sarà anche occasione per uno spettacolo. Stiamo poi costruendo una mappa dei luoghi dove Luzzati ha lavorato nel mondo. E sondando la possibilità di avere delle borse di studio per creare un archivio della sua opera così che questa possa diventare volano di altri progetti. Sulla gestione e valorizzazione del patrimonio, stiamo anche pensando di creare una Fondazione, Lele Luzzati Fundation. Le città visibili è uno slogan che ci piace perché sta venendo fuori un itinerario di luoghi e persone».

Le scoperte relative ai tanti contributi dispersi di Luzzati sono all'ordine del giorno: a Roma un soffitto sui segni zodiacali ebraici, alla Sagra di San Michele 40 metri di pannelli, un percorso dedicato alla via Francigena. L'annuncio della volontà di restaurare a Santa Margherita il parco giochi creato da Lele. «Luzzati minimizzava questi suoi interventi ma sono moltissimi». Tra le discipline conclude Noberini, «si è creata una via di approfondimento sul cinema di animazione in collaborazione con Giannalberto Bendazzi e l'associazione culturale Cartùn. E una con Armando Milani, intorno al mondo della grafica internazionale. Bruno Bozzetto sarà testimonial per il progetto d'animazione. E poi, nascerà anche un profumo con Marika Vecchiattini».

Dirigerà l'opera il giovanissimo Daniel Smith, appena nominato ambasciatore per la cultura dell'Australia nel nostro paese. «In un tempo in cui si riflette molto sulla figura dell'artista credo che il modo di essere artista di Luzzati possa senz'altro essere preso a modello», conclude Roi.

Di Laura Santini

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