Carlo Felice: Così fan tutte di Scola, «un omaggio al maestro»

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Genova, 06/02/2017.

Un incontro fiume con i sindacati, reso certo più intenso dalla fuga di notizie sui ritocchi al cartellone e lo sblocco dei fondi della legge Bray, sposta l'attenzione destinata alla presentazione dell'opera lirica Così fan tutte, al Teatro Carlo Felice dal 17 al 22 febbraio 2017.

Maurizio Roi, il sovrintendente, ci tiene però a recuperare spazio per motivare la scelta di questo titolo. «Questa è stata l'ultima regia di Ettore Scola, quindi è un omaggio a questo grande artista italiano. Un atto doveroso, credo, a un anno dalla morte. È un'opera divertente, geniale nel libretto italiano quanto nella musica. Per quanto sia Mozart, poi, è modernissima».

C'è un'altra ragione che ha spinto verso questo titolo, non tra i più rappresentati: «Il secondo cast è fatto dai cantanti dell'Accademia della Scala, quindi è con la scuola che abbiamo scelto e noi ci teniamo molto a questa collaborazione. Tra le scuole di performing arts, quella della Scala è certo una delle migliori al mondo e merita di avere la visibilità che merita e che altre simili realtà hanno all'estero».

Come è ormai pratica, a corollario delle date del dramma giocoso in due atti, un calendario di iniziative per preparare alla visione, con la conferenza illustrativa (11 febbraio, ore 16 @ Auditorium Montale) e con altri eventi pensati per celebrare la figura di Ettore Scola.

Sarà un giorno speciale, in questo senso, domenica 12 febbraio, quando si terrà l'Open day: una domenica particolare, che prevede il concerto aperitivo la mattina (ore 11) ovvero la prova d'assieme dell'opera Così fan tutte con l'Orchestra e il Coro del Carlo Felice (ingresso con biglietto), ma anche l'apertura del teatro per visite guidate dalle 15.30 alle 17.30 (su prenotazione, tel. 010 5381226), e quindi (ore 18) la proiezione del documentario Ridendo e scherzando, ritratto di un regista all'italiana di Paola e Silvia Scola, una produzione Surfilm e Palomar. Un pomeriggio a ingresso libero fino a esaurimento posti.

«Per l'open day abbiamo richiamato il titolo di una pellicola emblematica di Ettore Scola, Una giornata particolare, quella girata con oltre 300 figuranti in un caseggiato di Roma. Abbiamo scelto questo lavoro perché è quello in cui Ettore Scola viene ritratto al suo meglio, non certo come un radical chic, ma nella sua anima più popolare».

L'apertura del teatro si misura anche con l'iniziativa rivolta al nuovo pubblico, ovvero l'idea di accogliere gli studenti delle scuole per la serata dell'anteprima giovedì 16 febbraio 2017, ore 20.30, a un prezzo accessibilissimo: 6 Euro. Senza contare che i 18enni potrebbero usufruire del loro bonus 18app. Certo un'occasione ghiotta, vista la ricchezza e varietà dell'architettura drammaturgica e musicale di questa opera; capace di contenere un abbondante numero di duetti, senza lesinare spazio a pezzi solistici e brani di assieme. Con un numero contenuto di personaggi, questa è, come ricorda Ernesto Napolitano nella sua analisi introduttiva, «una singolare partitura», la terza firmata da Da Ponte e Mozart, dopo Le nozze di Figaro e Don Giovanni, ma soprattutto quella in cui Mozart trasferisce «i mutamenti atmosferici nella musica» in una perfetta alternanza tra quadri al chiuso e quadri all'aperto.

A proposito della situazione economico-finanziaria, Roi si rammarica della fuga di notizie che ha impedito una comunicazione ufficiale alle maestraenze e al pubblico: «Avevamo fatto il possibile perché tutto fosse fatto per tempo, nel rispetto di tutte le parti coinvolte. La rimodulazione sul numero delle repliche è legata all'idea su come il teatro deve funzionare. Continuiamo ad avere un problema di liquidità, costante. Quindi risparmiare sul deficit è un risparmio immediato necessario. Il bilancio preventivo ci permette di immaginare di chiudere a pareggio il 2017, grazie alle entrate straordinarie in arrivo ovvero lo sblocco dei fondi della legge Bray, di cui l'iter si è quasi concluso con la firma del ministro Padoan, manca solo il passaggio tecnico della Corte dei Conti, che dovrebbe essere a breve. La buona notizia è che il nostro disavanzo è già passato da 6/7 milioni all'anno dal 2014 ai 2/2.5 attuali. Quei 2 milioni li dobbiamo portare a zero nel 2018. Quindi quanto stiamo facendo non sono azioni di pura emergenza, rispecchiano piuttosto un piano d'intervento. Credo sia una buona notizia che non ci sia alcuna variazione sui titoli in cartellone».

L'attenzione quindi ora è posta su migliorare i conti della gestione ordinaria, mentre presto «Bray ci permette lo stralcio dei debiti pregressi», però sulla gestione ordinaria bisogna agire capillarmente da cui l'«accorpamento di alcune recite che produce maggiore spazio di manovra con iniziative collaterali e ci fa risparmiare un po' sulla gestione, senza dare troppi disagi al nostro pubblico». Rispetto al lungo incontro con i sindacati, Roi precisa che questa è parte di un dialogo aperto e costituito da appuntamenti fissi per relazionare sulle operazioni in atto.

L'urgenza dunque è sul quotidiano che però Roi assicura è monitorato con un bilancio minuzioso su entrate e uscite che traguarda al 2018 «quando le entrate straordinarie saranno finite» e quindi sarà più complesso lavorare per arrivare al pareggio richiesto, obiettivo che però non è in discussione.

«Sempre di più - conclude Maurizio Roi - dovremo ragionare su un'alternanza di titoli popolari con molte repliche e altri con recite in minor numero; dovremo aumentare le sponsorizzazioni e migliorare i numeri del pubblico, ma su questo abbiamo fatto uno studio che pubblicheremo presto. Dobbiamo anche lavorare ad accrescere il contributo FUS trovando altri modi per guadagnare punti. Il Carlo Felice deve essere pensata come un'attività operativa tutto l'anno, con proposte che vanno dalla musica lirica a quella leggera, dal balletto al musical, alle ospitalità. Deve essere una fabbrica della musica regionale. Per altro con la chiusura del Priamar non ci sarà stagione lirica estiva ed è anche a rischio l'unico teatro di tradizione della regione, il Teatro dell'Opera Giocosa di Savona. Anche su questo occorre riflettere e mettersi a lavorare».

Di Laura Santini

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