Insegnare l'umanità: quando un medico non fa solo diagnosi

Genova, 24/01/2017.

Qualche settimana fa ho avuto un incontro molto interessante e istruttivo. Da circa un anno sono in cura dal dentista odontoiatra professor E. C., il quale fin da subito si è dimostrato molto sensibile, attento e umano, senza perdere di professionalità.

Questa sua umanità lo porta a insegnarla ai suoi collaboratori e anche ai suoi studenti di Igiene Orale della facoltà di Medicina e Odontoiatria del'Università di Genova, coi quali mi sono incontrata e confrontata durante un incontro voluto dal professore. Che, attraverso la lettura di alcuni miei scritti, ha voluto e vuole sottolineare l'importanza delle barriere fisiche e soprattutto mentali che ogni giorno incontrano i disabili.

Egli è convnto altresì che il rapporto tra medico e paziente, soprattutto se con problemi particolari, non debba essere improntato solo su un'accurata diagnosi e cura fatte con professionalità ma meccanicamente, ci deve essere invece anche una sorta di relazione amichevole, di empatia reciproca, di umanità appunto.

Questo mi fa pensare. Quante volte ci imbattiamo in medici frettolosi, distanti, con poca voglia di dialogare coi pazienti o di spiegare la diagnosi, dando per scontato che tutti sappiano di medicina e profilassi.

Ma questo comportamento vale per ogni categoria di lavoratori, dai professionisti agli impiegati, dai commercianti agli insegnanti, ecc. Si sa che i rapporti umani sono quanto di più complesso, delicato e fragile ci sia al mondo, accostarsi agli altri significa svelarsi, mettere a nudo i propri pregi e difetti, le proprie certezze e insicurezze.

Questo però non vuol dire trincerarsi dentro una maschera di invulnerabilità e insensibilità ai problemi altrui, nè seguire puntigliosamente i protocolli e gli standard professionali. Ci vuole una certa elasticità mentale e grande intelligenza per instaurare rapporti, di lavoro o personali, che non siano solo fredda cortesia e pura formalità. Troppo spesso ci si dimentica che siamo esseri umani con le nostre paure e bisogni. La gentilezza e l'affabilità sono segni di grande sensibilità, non dimentichiamolo.

Di Maria Pia Amico

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